• Un mese con Maria

    Sabato 16 maggio 2020

Raccontami una storia

La conca fatata: la storia di don Bruno Ferrero

La piccola Dorina, di otto anni, viveva in una casa di pietra, vicino alla spiaggia. Era una bambina che amava molto il mare. C’era un posto sulla spiaggia dove andava volentieri a giocare. In quell’angolo appartato alcuni scogli formavano un cerchio sulla spiaggia. Quando arrivava l’alta marea e il mare era agitato, l’acqua veniva lanciata con violenza dentro le rocce e formava una conca d’acqua limpida.
Dorina sentiva che quella conca apparteneva a lei sola e le diede un nome speciale: la «conca fatata».
Ogni giorno la bambina andava nel suo angolo preferito: si sedeva tra le rocce e guardava dentro l’acqua azzurra e limpida. Si divertiva a contare le graziose conchiglie che si fermavano sul fondo sabbioso, ed ogni giorno il numero delle conchiglie era diverso. La bambina immaginava che ci fossero delle fate che venivano ogni giorno a portare delle conchiglie nuove e a portare via quelle vecchie.
Un giorno, la mamma chiese alla piccola di farle una commissione, ma Dorina si rifiutò e corse a giocare nella sua conca.
Si sedette sulle rocce e guardò in basso. Ma, invece dell’acqua limpida vide una specie di stagno fangoso. Rabbrividì: nel fango serpeggiava una biscia d’acqua.
La bambina si rialzò e incominciò a piangere. La conca era sempre stata così bella! Che cosa le era accaduto?
Sentì un rumore e voltò la testa. In piedi sullo scoglio, stava una signora vestita d’argento e di azzurro, che teneva in mano una bacchetta d’oro.
«Bambina», disse con bontà, «sei triste perché la conca è fangosa?».
«Sì!», rispose Dorina, mentre cercava di trattenere le lacrime. «È accaduto qualcosa alla mia conca fatata».
La signora fece cenno di sì con la testa.
«Oggi, hai fatto qualcosa di sbagliato?».
«Bé…». La bambina esitò. «Ho disubbidito alla mamma… Che aveva bisogno di un favore…».
«Ecco perché la conca non è più limpida. Essa è lo specchio della tua vita interiore, del tuo spirito».
«E non sarà mai più come prima?».
«Dipende da te».
La bambina si alzò e corse via. Eseguì con attenzione il compito che la mamma le aveva affidato e poi tornò, col fiatone. La signora la aspettava sorridendo. Prima che Dorina potesse parlare, la regina della conca fatata agitò la sua bacchetta nell’aria.
«Ora guarda pure».
L’acqua era tornata limpida e sul fondo di sabbia, come gioielli posati sul velluto, brillavano alcune bellissime conchiglie.
«Grazie!», mormorò la bambina.

Il pensiero di mamma e papà

Certamente avete sentito parlare della vostra «coscienza». È qualcosa che assomiglia un po’ alla conca fatata di Dorina: il centro più intimo di noi stessi, dove possiano incontrarci con Dio. Quando commettiamo il male, la coscienza si offusca, diviene torbida e Dio diventa invisibile. Ma possiamo sempre tornare indietro, cambiare, riparare il male fatto. Il Signore sa che noi siamo deboli, per questo nel mondo c’è tanto bisogno di pentimento e di perdono. Gesù dice: «Si fa grande festa in cielo per un peccatore che si pente». Nella sua Chiesa sono tanti i segni del perdono. In famiglia e con gli amici può bastare una parola, un sorriso, un abbraccio e torna la pace. Nell’assemblea dei cristiani si invoca il perdono di Dio, si prega insieme e si da il segno della pace. Ma c’è un segno più grande, che ci da il perdono di Gesù e dei fratelli: è il sacramento della Penitenza. Lo ha voluto Gesù, quando ha detto agli apostoli: «Pace a voi! Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi». Molto meglio dì una bacchetta magica.

Paciocchiamo

Dai giochiamo!

  • Distribuisci una candelina per ogni partecipante (se non ne hai, disegna una candela accesa per ciascuno). Al proprio turno ciascun giocatore mima un proprio difetto. Quando qualcuno lo indovina si accende la candelina (o si capovolge il disegno).

  • Dopo aver ricordato che Dio perdona i suoi figli, ciascuno prende un impegno personale per migliorare e tutti insieme spengono le candeline.

Per essere più buoni

“Rimediare concretamente a una mancanza”

Preghiamo insieme

O Maria, tu che sei stata
lo specchio perfetto
della volontà di Dio,
aiutami affinché in ogni momento della mia vita
io lasci che la sua parola
illumini la mia coscienza,
perché in me non si fermino mai le tenebre.

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