• Un mese con Maria

    Giovedì 21 maggio 2020

Raccontami una storia

Sfida a Maria: la storia di don Bruno Ferrero

I ragazzi di un gruppo di catechismo avevano deciso di celebrare la novena della Festa dell’Immacolata in un modo particolare: nove di essi, uno per ogni sera della novena, avrebbero fatto una piccola predica al posto del parroco.
Si stavano preparando con impegno, quando, come una doccia fredda, arrivò loro la notizia che Valentino, un ragazzino del loro gruppo, era gravissimo all’ospedale. Non c’era più speranza.
Anche la suora dell’oratorio, scuotendo la testa, disse ai ragazzi che, a meno di un miracolo, invece che alla festa avrebbero dovuto prepararsi ad un funerale.
I ragazzi, sconvolti, con le lacrime agli occhi, cominciarono a fare la spola davanti alla statua della Madonna, per implorare la guarigione di Valentino, facendo voti e promesse. Rosanna prometteva di non guardare la televisione per un anno, Lanfranco si impegnava a mangiare la minestra tutti i giorni, Gianluigi era disposto a rinunciare a tutte le raccolte di figurine, Maria Luisa non avrebbe mai più masticato chewing-gum e così via.
La prima sera della novena, tutti i ragazzi erano in chiesa per la funzione. La «predichetta» toccava a Riccardo, che era anche l’amico più amico di Valentino.
Riccardo salì sulla sedia perché tutti lo potessero vedere, ma poi, invece di leggere il foglietto che aveva preparato con la catechista, si rivolse verso la statua della Vergine e disse: «Tu sai, Vergine Santa, quanto ti vuole bene il nostro amico Valentino… E quanto noi vogliamo bene a lui. Ti abbiamo fatto tante preghiere e tante promesse. Ti chiediamo in cambio la sua guarigione. Tu, questo, ce lo devi! È forse un miracolo che noi ti chiediamo, ma suor Oliva ha detto che se tu vuoi, lo puoi fare. E allora, guarisci Valentino per il giorno della tua festa o noi non crederemo più in Te!».
Tutto rosso per l’emozione, l’improvvisato predicatore saltò giù dalla sedia e si precipitò nelle braccia della catechista.
Il parroco cercò di ridimensionare V ultimatum alla Madonna, ma era rimasto anche lui colpito dalla fede ingenua dimostrata dal piccolo Riccardo.
Le sue parole erano risuonate come una «bomba» tra i ragazzi. Si erano divisi in due campi.
Alcuni dicevano: «Riccardo ha lanciato una sfida alla Madonna. Il Cielo lo punirà».
Altri erano più rassicuranti: «Ha parlato dal profondo del cuore, la Madonna lo ascolterà».
Nell’ansia dell’attesa si arrivò al fatidico 8 dicembre.
Durante la Messa, i ragazzi guardavano Riccardo, tutto serio e un po’ nervoso. Alla fine, prima degli avvisi, il parroco si avvicinò al microfono e disse: «Poco fa, mi ha telefonato la mamma di Valentino…».
La chiesa piombò nel silenzio.
Il parroco sorrise. «Mi ha chiesto di ringraziarvi tutti… Perché da questa notte Valentino è fuori pericolo e i medici sono sicuri che guarirà perfettamente!».
Una valanga di applausi accolse le parole del parroco. Riccardo rideva felice e batteva le mani. A tutti sembrò che anche la statua della Madonna Immacolata sorridesse in modo diverso dal solito. Qualcuno sostenne in seguito che per un istante avesse battuto le mani anche lei.

Il pensiero di mamma e papà

Quello di Riccardo è un vero «ricatto» alla Madonna. Purtroppo molte persone pregano come volessero proprio ricattare Dio. Pensano che fare determinate pratiche, offerte, pellegrinaggi, andare a Messa, ecc, servano ad «obbligare» Dio ad esaudire i loro desideri. Ci sono ragazzini che pregano così. «Io vengo a Messa tutte le domeniche, Signore, ma tu devi farmi stare promosso». Questo è un modo sbagliato di pregare. La preghiera nasce sempre dall’amore. Non è mai uno scambio commerciale.
Riccardo dimostra, in realtà, una fede vera e profonda. Sa che Maria lo può veramente sentire e mette in pratica quello che Gesù afferma nel Vangelo: «Chiedete e vi sarà dato». Il suo ultimatum nasce dall’affetto e dalla sicurezza che la Madonna può fare i miracoli.

Paciocchiamo

Dai giochiamo!

  • Prepara, per ogni partecipante, dei foglietti o delle fotografie e una matita.

  • Ognuno scrive un’intenzione di preghiera per gli altri e poi consegna il foglietto ai destinatari delle intenzioni. Se si vuole, è possibile condividerne il contenuto. Importante: conservare i foglietti e per poterli rileggere in seguito.

Per essere più buoni

“Saluta con una telefonata un ammalato o un parente anziano”

Preghiamo insieme

Maria, mamma di Gesù,
benedici i miei amici,
dona loro la salute,
la gioia, la grazia.
Aiutami a infondere conforto
a quelli che sono tristi,
a portare pace e allegria
a tutti.
Perché, tenendoci per mano,
camminiamo insieme
all’Amico di tutti, Gesù.

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