Il sogno di Giovannino Bosco: la storia di don Bruno Ferrero
All’età di 9 anni Don Bosco, che sarebbe diventato il santo apostolo dei ragazzi e dei giovani, ebbe il suo primo sogno. In esso Gesù e la Vergine gli preannunziarono, sebbene in forma velata, la sua futura missione.
Gli parve di essere vicino a casa sua, in mezzo a una moltitudine di ragazzi che si divertivano in un grande cortile. Alcuni ridevano, altri giocavano, non pochi bestemmiavano. Al sentire le bestemmie, si slanciò in mezzo a loro, usando pugni e parole per farli tacere. Ed ecco apparirgli un Uomo venerando, nobilmente vestito, con una faccia così luminosa che Giovannino non riusciva a rimirarla. Lo chiamò per nome e gli ordinò di mettersi a capo di quei ragazzi aggiungendo:
«Non con le percosse, ma con la mansuetudine e la carità dovrai guadagnare questi tuoi amici. Fa’ dunque loro subito un’istruzione sulla bruttezza del peccato e sulla preziosità della virtù».
Giovannino, tutto confuso, rispose che era un povero ragazzo ignorante, incapace di fare questo.
In quel momento risa, schiamazzi e bestemmie cessarono e i ragazzi si raccolsero intorno a colui che parlava. Ma cediamo la parola a Don Bosco stesso: «Quasi senza sapere che cosa dicessi, gli domandai:
“Chi siete voi che mi comandate cose impossibili?”.
“Appunto perché è cosa che ti sembra impossibile, devi renderla possibile con l’ubbidienza e con l’acquisto della scienza”.
“Dove, come acquisterò la scienza?”.
“Io ti darò la Maestra. Sotto la sua guida potrai divenire sapiente; senza di essa ogni sapienza diventa stoltezza”.
“Ma chi siete voi che parlate così?”.
“Io sono il figlio di Colei che tua Madre t’insegnò a salutare tre volte al giorno”.
“Mia madre mi dice di non associarmi, senza suo permesso, con chi non conosco. Perciò ditemi il vostro nome”.
“Il mio nome domandalo a mia Madre”.
In quel momento vidi accanto a lui una Donna di aspetto maestoso, vestita di un manto che splendeva da tutte le parti, come se ogni punto fosse una fulgidissima stella. Vedendomi sempre più confuso, mi accennò di avvicinarmi a lei, mi prese con bontà per mano e mi disse:
“Guarda”.
Guardai e mi accorsi che quei ragazzi erano tutti scomparsi. Al loro posto c’era una moltitudine di capretti, cani, gatti, orsi e parecchi altri animali.
“Ecco il tuo campo”, ripigliò quella Signora, “ecco dove devi lavorare. Renditi umile, forte e robusto, e ciò che ora vedrai succedere di questi animali tu dovrai farlo per i miei figli”.
Volsi allora lo sguardo ed ecco che al posto di animali feroci, comparvero altrettanti agnelli mansueti, che saltellavano, correvano, belavano come per far festa a quell’Uomo e a quella Signora.
Allora, sempre nel sogno, mi misi a piangere e pregai quella Signora che parlasse in modo da poter capire. Ella mi pose la mano sul capo dicendomi:
“A suo tempo, tutto comprenderai”.
A questo punto un rumore mi svegliò e io rimasi sbalordito. Mi sembrava di aver le mani che mi facessero male per i pugni che avevo dato e che la faccia mi bruciasse per gli schiaffi ricevuti».
Il pensiero di mamma e papà
Oggi è la festa di Maria Ausiliatrice, il titolo della Madonna che Don Bosco ha diffuso in tutto il mondo. Nel sogno che ebbe a 9 anni, Gesù e la Vergine tracciarono a Giovannino Bosco le linee della sua missione di apostolo dei giovani, il suo metodo (Non le percosse, ma la mansuetudine), ma soprattutto quello che doveva fare per formarsi alla sua missione («Renditi umile, forte e robusto») e la Maestra (la Madonna).
«Che cosa vuoi fare da grande?». Chi non si è sentito rivolgere questa domanda? Ebbene, oggi, festa della Madonna di Don Bosco, chiediamo a Lei di essere la nostra Maestra e di aiutarci a scoprire la missione che certamente anche a noi il Signore ha affidato.
Paciocchiamo
Dai giochiamo!
Per essere più buoni
“Nella preghiera di oggi, chiedi a Dio per intercessione di Maria Ausiliatrice che ti aiuti a scoprire qual è il Suo sogno per te”
Preghiamo insieme
O Signore, fa’ di me
uno strumento della tua pace.
Là dove c’è odio,
che io porti l’amore!
Là dove c’è offesa,
che io porti il perdono!
Là dove c’è tristezza,
che io porti la gioia!