Le spighe d’oro: la storia di don Bruno Ferrero
Una povera donna, rimasta vedova con cinque figli ancora in giovane età, fu costretta a chiedere un prestito ad un uomo scaltro e avido, che le fissò degli interessi insostenibili. L’uomo mirava a impossessarsi della fattoria e della terra che erano le uniche ricchezze della vedova e dei suoi figli.
Cominciò un periodo durissimo. La povera famiglia si privava di tutto per poter pagare il debito. Ma i raccolti erano magri e ben presto capirono che non ce l’avrebbero fatta.
Il vecchio avaro già misurava la terra come fosse sua.
In una delle tante notti insonni, la vedova pensò alla Madonna, amorevole protettrice dei poveri e degli orfani. In preda all’agitazione, non riuscì ad aspettare l’alba: si alzò, uscì dalla casa di corsa, dirigendosi fuori del paese, dove, ad un bivio sotto tre vecchi tigli, vi era una cappellina dedicata a Maria.
Singhiozzando, lungo la strada, ripeteva: «Aiuta me e i miei bambini! Non abbandonarci nella necessità!».
Intravedeva la cappellina, quando vide venirgli incontro una specie di bianco scintillio. Presa dalla paura stava per tornare indietro, ma quella luce prese la figura di una signora che le veniva incontro in un’aureola di luce, senza sfiorare il terreno. Si buttò in ginocchio e, incapace di pronunciare parola, alzò le mani in gesto di supplica.
Maria la guardò con compassione, poi si girò, strappò dal campo vicino un manipolo di spighe di grano e gliele diede.
«Prendi», disse, «torna a casa e bada a non perdere nessuna spiga. La tua supplica sarà esaudita».
La donna tornò a casa di corsa. Si mise a letto e cadde in un sonno profondo. La mattina dopo, quando si svegliò, trovò sul suo comodino un fascio ben serrato di gambi dorati tutto lucente.
Subito si ricordò chi glielo aveva donato: allungò la mano con l’intenzione di spostare il regalo sul letto per osservarlo più da vicino, ma non poté farlo, perché i gambi erano saldamente uniti uno all’altro e così pesanti, come se fossero effettivamente di metallo.
Allora la donna si rizzò sul letto e vide che il manipolo era effettivamente di oro massiccio. La notizia si propagò in fretta e i vicini vennero a vedere il prodigio. E la vedova dovette ripetere infinite volte il racconto del suo incontro con la Madonna.
La donna poté così pagare i suoi debiti e assicurare un futuro sereno ai suoi figli.
E il vecchio avaro?
Deluso e avido com’era, tentò di ingannare la Madonna. Si presentò alla cappellina una notte, vestito di stracci, e si lamentò della sua povertà. Se la Madonna avesse voluto regalare anche a lui una bella bracciata di spighe d’oro…
La voce della Madonna uscì dall’ombra: «Le spighe per te non bastano. Prendi quel sasso…». C’era un grosso sasso davanti all’uomo, «…prendine degli altri, se lo desideri».
Il vecchio trascinò a casa il sasso e poi corse fuori a cercarne altri. Corse e si affannò tutta la notte, poi il giorno seguente, e il giorno dopo ancora. A chi gli chiedeva qualcosa, replicava: «Tutto oro… Diventerà tutto oro, vedrai». Ma i sassi non gli bastavano mai. Così accumulò sassi fino al termine dei suoi giorni.
Il pensiero di mamma e papà
Un proverbio afferma che ognuno vale ciò che aspetta. La fede semplice ma fortissima della mamma ottiene il miracolo. La sua richiesta era motivata solo dall’amore per i figli: non chiedeva nulla per sé. Il vecchio avaro cerca solo l’oro: per lui la fede è solo una specie dì magia, un mezzo per arricchire ancora di più. La mamma considererà l’oro donato dalla Madonna soltanto come un mezzo. Il vecchio avaro accumulerà sassi. Gesù lo ha detto chiaramente: «Non accumulate ricchezze in questo mondo. Qui i tarli e la ruggine distruggono ogni cosa e i ladri vengono e portano via. Accumulate piuttosto le vostre ricchezze in cielo. Là, i tarli e la ruggine non le distruggono e i ladri non vanno a rubare. Perché, dove sono le tue ricchezze, là c’è anche il tuo cuore». Dove sta il nostro cuore?
Paciocchiamo
Dai giochiamo!
Per essere più buoni
“Dona un’offerta per la caritas della tua parrocchia”
Preghiamo insieme
Maria, ascolta coloro che ti pregano.
Ai malati dona la guarigione,
ai soddisfatti la gratitudine,
a chi ha litigato la riconciliazione,
agli afflitti il conforto,
agli scoraggiati la speranza.
A tutti dona la tua benedizione.