Camerette di Don Bosco
Approfondimento
Approfondimento
Le Camerette di don Bosco sono gli ambienti nei quali è vissuto il santo. Oggi restaurati, sono diventati una struttura museale che presenta oggetti appartenuti allo stesso Don Bosco e ambienti risalenti ai primi tempi dell’Oratorio.
Le camerette di don Bosco rimasero quasi intatte fino al 1929, anno della sua beatificazione.
Nell’anno del giubileo del 2000 si riordinò il complesso, come è visibile oggi, aggiungendo monitor esplicativi al piano inferiore e altri dettagli. Al primo piano, lo spazio è dedicato agli aspetti e ai valori tipici dell’Opera salesiana. Sono degne di nota le ricostruzioni dell’evoluzione della cittadella di Valdocco. Al secondo piano, troviamo la camera usata dal Santo tra il 1853 e il 1861, dove viene messo in risalto il motto di don Bosco e della Famiglia Salesiana: Da mihi animas cetera tolle.
Poi troviamo la cappella in cui don Bosco celebrava negli ultimi anni. Sull’altare che vediamo, il Santo celebrò la Messa fino all’11 dicembre 1887, ultima volta in cui poté offrire il santo sacrificio.
A seguire, l’intensa e stupefacente attività editoriale del Santo, mentre il settore successivo è dedicato alle costruzioni di don Bosco. L’ultima zona espositiva contiene il pulpito della chiesa di san Francesco di Sales, il confessionale, l’altare-armadio e la cattedra della «Buona notte».
Orario di apertura: Tutti i giorni, per tutto l’anno 09.00 – 18.00
Si svolge in alcune sale e comprende anche computer touch screen con immagini e video, e porta a conoscere la vita di don Bosco a partire dalla sua infanzia a Castelnuovo d’Asti, la giovinezza a Chieri fino al suo arrivo a Torino e a Valdocco, dove nasce il suo primo oratorio stabile. Si spiega la sua scelta della missione tra i giovani e dell’oratorio come ambiente educativo, il suo sistema preventivo, la sua spiritualità essenziale e popolare. Si introduce anche la figura di alcuni ragazzi vissuti nella casa di don Bosco, come Domenico Savio. Tramite modelli di legno si spiega l’evoluzione dell’oratorio di Valdocco dal 1846 fino ai giorni nostri. E’ inoltre possibile vedere la camera dove lui morì nel 1888, e oggetti da lui utilizzati: abiti, paramenti, calici, libri e molti oggetti.
Tutti i giorni per tutto l’anno
09:30 – 12:30
14:30 – 18:30
Giorni feriali (da settembre a maggio)
08:30 – 18:00
(orario continuato)
Nel 1929, in occasione della Beatificazione di Don Bosco, il suo successore, Don Rinaldi, decise di trasformare quelli che erano gli ambienti utilizzati dal santo in un luogo di pellegrinaggio. Furono quindi eseguiti lavori di restauro e si costruì la scala interna. Si arredarono camere e cappella; si allestì anche un museo con documenti e oggetti vari. Ogni devoto poteva toccare il letto in cui morì il Santo e la sua scrivania. Ma, sfortunatamente, alcune suppellettili furono danneggiate e qualche oggetto non più ritrovato. Uno fra tutti, il famoso cartello con il motto “Da mihi animas, caetera tolle”, poi ricostruito grazie a delle foto.
Negli anni ’70 l’assetto cambiò nuovamente: sono state messe delle vetrate di cristallo davanti alle stanze arredate e si creò una sala espositiva con numerosi oggetti. Tutto restò così fino al 2000, anno del grande Giubileo della Chiesa Cattolica.
Dal 2000 abbiamo il nuovo assetto delle CAMERETTE DI DON BOSCO, presentato qui di seguito con l’ordine di visita consigliata che ogni pellegrino potrebbe fare da solo o accompagnato dalla guida.
Si trovano vetrofanie che ricordano Mamma Margherita, il sogno dei 9 anni di Giovannino, San Giovanni Bosco, San Domenico Savio, un confronto tra Valdocco nel 1864 (posa della prima pietra della Basilica) e nel 2001. I due plastici, in mezzo alla sala, mostrano la realtà di Valdocco nel 1846 (quando Don Bosco affitta la casa del signor Pinardi e usa la tettoia come cappella) e lo sviluppo negli anni 1852-1859 (con la costruzione quindi della Chiesa di San Francesco di Sales).
Al centro della sala si trova un computer “touch-screen”, cioè azionabile con il semplice tocco delle dita. Dopo aver scelto la lingua desiderata, si possono approfondire vari contenuti della figura di Don Bosco:
1 – Itinerario Spirituale ……. 2 – L’Oratorio ——-3 – Il Sistema Educativo …. ..
4 – La Spiritualità ——-5 – La Santità Salesiana ….. 6 – Successori di Don Bosco
Oltre alle vetrofanie con foto del Santo, in mezzo ai suoi giovani, allo scrittoio, e ai primi missionari salesiani, ci sono due plastici che seguono lo sviluppo di Valdocco dal 1868 (anno di conclusione della Basilica) fino ai giorni nostri. Anche qui troviamo un computer “touch-screen”, con i seguenti argomenti:
Ambiti d’impegno dei Salesiani———-I Salesiani nel Mondo
La Famiglia Salesiana————————Visita virtuale alle Camerette
Visita virtuale alle tre Chiese
Camerette don Bosco di Roberto FADDA
In questa sala si può assistere alla proiezione di un breve filmato introduttivo, che serve da preparazione alla visita del Secondo Piano, cioè alle “Camerette” vere e proprie.
Salendo al secondo piano, sulle pareti, ci sono due quadri del pittore Giuseppe Crida:
Una curiosità: 1959: Don Bosco a la Spezia e un Cane Grigio
LA CAMERA-STUDIO di DON BOSCO (1853-1861)
Venne costruita nel 1853 e, fin da questa data fu stanza e, allo stesso tempo, studio di Don Bosco. Vogliamo ricordare gli episodi più importanti che qui hanno avuto luogo.
26 GENNAIO 1854: I PRIMI SALESIANI
Don Bosco raduna in questa stanza i giovani Rua, Cagliero, Rocchietti, Artiglia, e dice loro: Con l’aiuto di Dio, vi invito a formare con me una Società. Ci chiameremo Salesiani. Risuona qui, per la prima volta, la parola “Salesiani” (MB 5,9).
29 OTTOBRE 1854: SAN DOMENICO SAVIO
In questa stanza, passando dalla porta che dà sul ballatoio (era l’unica porta d’ingresso!) entra Domenico Savio con suo papà. La prima cosa che vede è quel cartello:”Da mihi animas coetera tolle”. Don Bosco l’aiuta a capire quello che è il motto della sua prima Messa: “Dammi le anime, prenditi tutto il resto”. Domenico, tutto serio, commenta: “Ho capito. Qui non c’è commercio di denaro, ma di anime. Spero che anche la mia anima farà parte di questo commercio”.
25 MARZO 1855: MICHELE RUA, IL PRIMO SALESIANO
ll chierico Michele Rua (ha già la veste da tre anni) si inginocchia su questo pavimento, e davanti a Don Bosco pronuncia i voti di povertà, castità, obbedienza. È lui il primo salesiano. Alcune vecchie mattonelle di quel primo pavimento sono conservate nell’angolo destro. Qui Don Bosco ha pure scritto le prime Regole dei Salesiani, e il fulmine che scese dal camino, sbatacchiando il suo letto e rovesciando il tavolino, macchiò tutto il primo manoscritto.
Nel 1861 l’edificio fu raddoppiato verso est. La stanza di Don Bosco fu trasferita a est. La seconda rimase ufficio del suo segretario e saletta di ricevimento per tutti quelli (erano sempre più numerosi) che volevano parlare con Don Bosco.
L’ALTARE
E’ una piccola cappella, in cui Don Bosco celebrava la Messa negli ultimi anni della sua vita. Sopra l’altare c’è una piccola immagine dell’Ausiliatrice, ad opera del pittore Giuseppe Rollini.
Don Bosco celebrò qui la sua ultima Santa Messa, l’11 dicembre 1887. Dopo questo giorno la Messa veniva celebrata dai suoi Salesiani, mentre egli stava a letto, con la porta aperta, e gli veniva portata la Comunione.
Nelle due vetrinette sono esposti paramenti e oggetti liturgici, calici, ostensori e il Messale, aperto nel giorno di Pasqua (per ricordare la nascita dell’Oratorio, il 12 aprile 1846).
IL CORRIDOIO
Costruito appositamente per Don Bosco, che qui passeggiava e confessava i giovani. Dalle grandi finestre, inoltre, poteva vedere le due realtà a lui più care: i ragazzi che giocavano in cortile e la Basilica di Maria Ausiliatrice. Nella bacheca di mezzo, si trovano gli indumenti “da passeggio” del santo. Don Bosco è sempre stato un grande camminatore e un grande viaggiatore. Al dì la del vetro, una piccola sala con un tavolo per le riunioni del primo Capitolo Superiore e il seggiolone dove venne posto Don Bosco morto, vestito con i sacri paramenti.
LA CAMERETTA DI DON BOSCO
Sul letto che si vede qui sotto, Don Bosco visse i suoi ultimi giorni. Non fu una malattia, la sua. Fu lo spegnersi lento di una candela che si era consumata tutta.Nell’ultimo viaggio compiuto elemosinando in Francia, un celebre medico di Marsiglia, il dottor Combai, l’aveva voluto visitare e gli aveva detto:
“Lei è un abito molto logoro. È stato indossato i giorni feriali e i giorni festivi. Per conservarlo ancora, l’unico mezzo è metterlo in guardaroba. Avrà capito che le consiglio il riposo assoluto”. “La ringrazio dottore – gli aveva risposto – ma è l’unica medicina che non posso prendere”.
Morì all’alba del 31 gennaio 1888. Ai Salesiani che vegliavano attorno al suo letto mormorò nelle ultime ore: “Vogliatevi bene come fratelli. Facciamo del bene a tutti, del male a nessuno… Dite ai miei ragazzi che li aspetto tutti in paradiso”. La salma di Don Bosco fu visitata da decine di migliaia di persone, salesiani, suore, cooperatori, amici e tantissimi semplici fedeli della città di Torino e anche di fuori. La sensazione generale era: “E’ morto un santo che ha voluto tanto bene a Dio e ai giovani”. Il funerale poi fu un vero trionfo con un enorme concorso di popolo.
Proprio in questa stanza, servendosi della tavoletta di legno, il 19 dicembre 1887 Don Bosco scrisse le sue ultime parole. Le scrisse sul retro bianco di alcune immaginette: brevissimi pensieri da mandare ai benefattori come segno di riconoscenza. Le ultime cinque frasi che scrisse, con grafia ormai quasi illeggibile, furono:
“ Chi salva l’anima, salva tutto. Chi perde l’anima, perde tutto“.
” Chi protegge i poveri, sarà largamente ricompensato al divin Tribunale”. ” Che grande ricompensa avremo di tutto il bene che facciamo in vita!”. ” Chi fa bene in vita, trova bene in morte”. ” In Paradiso si godono tutti i beni, in eterno”.
LA STANZA DI DON BOSCO (1861-1887)
Questa fu la stanza di Don Bosco tra il 1861 ed il 1887. Sulla scrivania vennero scritte più di 20.000 lettere e molti libri, destinati all’istruzione dei giovani. Questo avveniva per lo più di notte, con la sola luce di una candela.
Dopo la sua morte, per 22 anni, fu l’ufficio e la camera da letto di Don Michele Rua, suo primo successore. La credenza a vetri conserva oggetti usati da Don Bosco: tazze, bicchieri, posate, la bottiglia d’acqua (perfettamente sigillata) che era sul comodino del Santo il giorno della morte.
In basso una scatola di nocciole: sono quelle rimaste del miracolo della “moltiplicazione”… da un piccolo sacchetto, furono ben 130 i ragazzi che ne mangiarono.
LA ZONA ESPOSITIVA
Il primo settore presenta tre quadri di Don Bosco e nove fotografie (scattate tra il 1861 ed il 1888).
Il secondo, è incentrato sulla sua grande attività editoriale. Nella teca, si vedono fac-simili ed originali dei libri scritti dal Santo, con l’intenzione di diffondere sempre più il Vangelo a tutte le persone, e tutti i suoi scritti in copia anastatica.
Nel 3° settore si può ammirare, su di una gigantografia ** uno dei primissimi contratti di lavoro della storia, datato 1852. E’ firmato da quattro persone: datore di lavoro, il ragazzo, il padre del ragazzo e lo stesso Don Bosco.
Il 4° settore si focalizza sulle costruzioni, riporta planimetrie di Casa Pinardi, San Francesco, Basilica di Maria Ausiliatrice. È presente il modellino del Rollini per la cupola della Basilica: i Salesiani missionari in Patagonia e l’aiuto di Maria Ausiliatrice nelle grandi battaglie della storia (Lepanto 1571 e Vienna 1683). Questa fu l’idea data da Don Rua.
Il quinto settore è caratterizzato dalla presenza di una statua della Vergine Consolata e una di San Francesco di Sales; da un dipinto del santo a cui Don Bosco si ispira per il nome della sua giovane Congregazione; dal bozzetto del Lorenzone per la pala d’altare centrale della Basilica.
Nel sesto settore i pellegrini vedono la tunicella diaconale realizzata appositamente per la Beatificazione di Don Bosco. L’urna in legno dorato usata per la Beatificazione (1929) e la Canonizzazione (1934). Attualmente si trova nella chiesa inferiore di Colle Don Bosco e qui a Torino vi è una bella foto a ricordarla.
L’ultima zona contiene oggetti fortemente simbolici, che rimandano ai capisaldi della pedagogia salesiana: un altare ad armadio (importanza dell’Eucarestia), il pulpito della chiesa di San Francesco (diffusione della Buona Novella), il confessionale (la confessione era la “chiave del regno dei Cieli”) e la Cattedra della Buonanotte (il dialogo con i giovani basato su Ragione, Religione, Amorevolezza).
L’ALTARE DELL’ESTASI
Non è questo il suo posto originale. Era collocato nella stanza da letto di Don Bosco. Quando non si sentiva di scendere a dire Messa nel Santuario, egli celebrava a questo altarino, che poi si poteva chiudere come un armadio.
Nel dicembre 1878 gli servivano Messa a questo altare due ragazzi, Evasio Garrone e Giovanni Franchini (entrambi divennero poi salesiani). All’elevazione videro Don Bosco con la faccia luminosa, mentre i suoi piedi si staccavano dalla predella e si sollevavano in alto.
Finita la Messa, mentre Don Bosco prendeva una tazza di caffè, Garrone, facendosi forza, domandò: “Cosa aveva Don Bosco questa mattina? Era diventato alto alto…“. Don Bosco lo guardò sorridendo e gli disse: “Dai, prendi un po’ di caffè anche tu”. Così, nella massima semplicità, capitavano cose grandi nella casa di Don Bosco.
LA CAPPELLA PRIVATA
In passato era una camerata per i ragazzi e, secondo alcune fonti, vi dormì anche Domenico Savio.
Il quadro dietro l’altare è del pittore Giuseppe Rollini: Don Bosco è in ginocchio davanti alla statua dell’Ausiliatrice.
Sullo sfondo, in bianco e nero, papa Pio IX consegna le Costituzioni Salesiane, da lui approvate nel 1874.
Sulle pareti laterali, dipinti di persone che ebbero contatti con Don Bosco: Mamma Margherita e Madre Mazzarello, i Beati Filippo Rinaldi e Michele Rua, Francesco Besucco, Marianna Rua (madre di Michele); Don Borel ed il pittore Giuseppe Rollini.
Si può narrare la vita di don Bosco in tanti modi, e da punti di vista diversi, a seconda della propria sensibilità, creatività e interesse. Uno dei modi originali di narrazione è quello ideato dal salesiano Josè J. Gòmez Palacios: egli fa parlare le Cose di don Bosco, quelle che lui ha usato e che gli erano familiari….
Per gentile concessione del Bollettino Salesiano italiano, dove sono già stati pubblicati:
BOLLETTINO SALESIANO :
Sito del BS : http://biesseonline.sdb.org/bs/
Direttore: Bruno Ferrero sdb – bruno.ferrero@31gennaio.net–
Segreteria: Fabiana Di Bello – fdibello@sdb.org
Edizioni dal 2011: http://it.donbosco-torino.org/camerette/le-cose-di-don-bosco/