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Concerto di beneficenza – Orchestra Suzuki a Valdocco

Si segnala che venerdi 8 febbraio 2019, ore 20.30, presso la Basilica di Maria Ausiliatrice (Torino) avrà luogo uno spettacolo benefico dell’Orchestra Suzuki che suonerà per raccogliere fondi da devolvere a NutriAid Italia Onlus per il completamento dell’ala pediatrica dell’Ospedale “Near me: l’ospedale dei bambini” nel comune di Loul Sessene in Senegal.

Ingresso 12 euro (adulti) e 8 euro (bambini).

Info:

  • Accademia Suzuki – tel. 011 885427;
  • info@suzukicenter.it.
  • www.suzukicenter.it
www.suzukicenter.it
Scarica qui la Locandina
NutriAid

 

Ecco il comunicato ufficiale:

“Quando la fame assale, la musica non vale” recita un vecchio proverbio.

Per smentirlo una volta di più, venerdì 8 febbraio 2019 alle ore 20.30, presso la Basilica della Maria Ausiliatrice di Torino, l’Orchestra Suzuki, formata da cinquanta ragazzi tra gli otto e i sedici anni, sarà protagonista di un importante concerto benefico contro la malnutrizione infantile. Giunge così al traguardo la staffetta di musica e solidarietà “Tre orchestre, un sogno” in favore dei bambini del Senegal che ha già visto avvicendarsi, in importanti spazi architettonici, vari complessi orchestrali dell’Accademia Suzuki Talent Center. Il progetto, organizzato da NutriAid Italia Onlus, con il Patrocinio della Città di Torino, trova felice conclusione con l’esibizione della più giovane orchestra d’archi d’Europa, fiore all’occhiello della scuola di musica dall’approccio innovativo (metodo Suzuki), da sempre sensibile a iniziative di solidarietà a favore di bambini meno fortunati. Dal settembre di quest’anno, conclusa l’attività quarantennale degli storici direttori Lee e Antonio Mosca, la direzione dell’Orchestra Suzuki è passata al figlio Marco Mosca, violoncellista del Teatro Regio di Torino. Una tradizione di famiglia che mira a proseguire ciò che si è costruito nell’arco di quarant’anni, avvicinando sempre più bambini al linguaggio della musica.

In programma una carrellata di brani di grandi autori tra i più affascinati della musica di ogni tempo. La Piccola Serenata Notturna di Mozart, che aprirà la serata, riflette la felicità dei piccoli musicisti di suonare insieme. Dopo il concerto in sol minore per due violoncelli di Vivaldi, seguiranno due brani della letteratura violinistica universalmente noti: la Romanza op. 50 di Beethoven e la Meditation dall’opera Thais di Massenet, cavalli di battaglia dei più grandi violinisti al mondo. Un momento di riflessione spirituale, che si addice particolarmente al luogo in cui è ambientato il concerto, è affidato al Requiem di Popper per tre violoncelli solisti e accompagnamento orchestrale. Chiudono la serata la Brook Green Suite di Holst e le Danze Ungheresi di Brahms nella trascrizione per archi.

Venerdì 8 febbraio 2019 h 20.30
Basilica di Maria Ausiliatrice, Torino
Orchestra Suzuki di Torino
Marco Mosca –
Direttore

  • Wolgang Amadeus Mozart – Eine Kleine Nachtmusik – K.525 per orchestra d’archi
  • Antonio Vivaldi – Concerto in sol minore – per due violoncelli archi e continuo, I tempo – Allegro
    Solisti:
    Adele Lamantea, Giorgia Sigismondi;
  • Ludwig van Beethoven – Romanza op.50 – per violino solista ed orchestra d’archi (Arrang. Andrea Tedesco) Solista: Federica Sabia;
  • Jules Massenet – Meditation da “Thais” – per violino ed orchestra d’archi per otto solisti (Arrang. Andrea Tedesco)
    Solisti: Arianna Boch, Virginia Sofia Caire, Lorenzo Capponi, Giacomo Cimmino, Chiara Giannazzo, Angela Piccoli, Giulia Salituro, Federica Sabia;
  • David Popper – Requiem – per tre violoncelli ed orchestra d’archi (Arrang. Arturo Sacchetti)
    Solisti:
    Carolina Castelaro, Emma De March, Cecilia Caminiti;
  • Gustav Holst Brook – Green Suite – per orchestra d’archi;
  • Johannes Brahms – Hungarian – Dance n. 1, n.6 e n.5.

L’Orchestra Suzuki, espressione rappresentativa dell’Accademia Suzuki Talent Center, è la più giovane orchestra da camera d’Europa, composta da cinquanta bambini di età compresa tra gli otto e i sedici anni. Dalla sua nascita (1977) a oggi ha tenuto più di trecento concerti ed è stata diretta per quasi quarant’anni da Lee e Antonio Mosca.

L’attività dell’orchestra è finalizzata a due obiettivi:

  • permettere agli allievi di sviluppare il proprio talento attraverso la pratica della musica d’insieme;
  • divulgare la metodologia Suzuki in Italia.

L’orchestra si è esibita in numerose occasioni sia in Italia sia all’estero, compiendo tournée in Ungheria, Irlanda, Svizzera, Francia, Giappone, Danimarca, Thailandia. Tra i momenti più importanti di quest’attività si ricorda il concerto tenuto a settembre 1989 in Vaticano alla presenza del Santo Padre Giovanni Paolo II, quello per la festa della famiglia in Piazza San Pietro nel 1992 in mondovisione e quello di Ginevra nel 1996 in occasione dell’apertura dei lavori dell’assemblea delle Nazioni Unite. L’orchestra è stata ospite a Palermo per il concerto commemorativo del giudice Paolo Borsellino. Ha ricevuto riconoscimenti dal Capo di Stato On. Oscar Luigi Scalfaro e dal Segretario dell’ONU Kofi Annan.

Ha inciso un CD dal titolo Liberate i bambini per l’Agenzia ILO-IPEC delle Nazioni Unite (con la quale collabora dal 1997 per la campagna contro lo sfruttamento del lavoro minorile nel mondo) ed è impegnata in Italia nella diffusione del progetto SCREAM (Supporto ai diritti dei bambini attraverso l’educazione, le arti e i media).

Nell’aprile 2006 l’Accademia Suzuki, in collaborazione con l’Istituto Suzuki Italiano, la Città di Torino, la Provincia e la Regione Piemonte, si è fatta promotrice della manifestazione 14th Suzuki Method World Convention che ha portato a Torino più di 3000 bambini musicisti da tutto il mondo. Il 12 giugno 2009 insieme all’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai e a Enrico Dindo ha dato vita al concerto per la Giornata mondiale contro lo sfruttamento del lavoro minorile nel decennale dell’adozione della convenzione 182 e in occasione del novantesimo anniversario della fondazione dell’ILO.

Il 2 giugno 2011, in occasione dei festeggiamenti del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, ha progettato “La Giornata dell’Alzabandiera” radunando 500 bambini provenienti da tutta Italia. A maggio 2014 è nata l’orchestra Suzuki Cellomania che ha debuttato alla Triennale di Milano.

Il 9 novembre 2014 ha partecipato al concerto dei 100 Cellos e Giovanni Sollima al Teatro Regio di Torino per i venticinque anni della caduta del muro di Berlino. Nel settembre 2014 e nel settembre 2016 Giovanni Antonini ha invitato l’Orchestra Suzuki a partecipare al festival musicale polacco Wratislavia Cantans, manifestazione interdisciplinare che riunisce i più eminenti artisti di tutto il mondo.

Il 27 novembre 2016 ha tenuto il concerto “Memorial Gaspar Cassadò”, con Mario Brunello, inserito nella stagione dell’Unione Musicale.

Sabato 19 maggio 2018 l’Orchestra Suzuki ha suonato in un gremito Duomo di Torino per “Musica in mensa Maestro”, evento benefico a favore della onlus torinese NutriAid contro la malnutrizione infantile. Questo concerto è stato l’ultimo impegno ufficiale di Antonio e Lee come direttori dell’Orchestra Suzuki, ruolo da loro ricoperto per più di quarant’anni.

Il 2 settembre di quest’anno l’orchestra è stata diretta nella Chiesa della Santissima Annunziata di Torino per la prima volta dal violoncellista Marco Mosca, dal 2007 presidente dell’Accademia Suzuki e prosecutore dell’instancabile attività educativa dei genitori a favore dei giovani. Uno dei primi allievi della scuola Marco rappresenta, prima come allievo e poi come docente al fianco del padre Antonio, la continuità didattica e musicale dell’Accademia. Da lui sono passati tutti i migliori violoncellisti che la scuola di Torino ha formato. Marco ha iniziato la sua attività come direttore prima con l’orchestra dei bambini più piccoli, Humoresque, per arrivare ad affiancare il padre in occasioni importanti e poi sostituirlo nella direzione dell’ Orchestra Suzuki. Una tradizione di famiglia che mira a proseguire ciò che si è costruito e consolidato nell’arco di quarant’anni, avvicinando sempre più bambini al linguaggio della musica.

La filosofia Suzukiana si fonda sulla convinzione che il talento, in ciascun individuo, non sia qualcosa che la natura regala al momento della nascita ma debba essere coltivato, educato e formato attraverso gli stimoli che provengono dall’ambiente e attraverso l’esercizio. Il metodo di apprendimento utilizzato è quello della “lingua madre”: come il bambino attraverso l’imitazione impara a parlare ascoltando e ripetendo continuamente le parole dette infinite volte dai genitori, così impara a suonare ascoltando e ripetendo un frammento musicale, un ritmo, una melodia. Il metodo Suzuki è universalmente adottato, migliaia sono le scuole e le accademie che preparano allievi e insegnanti. Il movimento Suzuki, attraverso l’insegnamento della musica e lo studio di uno strumento, coinvolge in prima linea la famiglia. Il triangolo insegnante-genitore-bambino costituisce un nucleo virtuoso diventando veicolo di cultura. La musica che entra nella famiglia, ma soprattutto nel cuore di ogni bambino, ne sviluppa il carattere, le qualità ritmiche e coordinative, la memoria, la capacità di organizzarsi e di pianificare lo studio. Partecipando all’attività orchestrale il bambino vive un’esperienza di “comunità della musica”, i cui valori formeranno la sua personalità.

Accademia Suzuki Talent Center di Torino tel. 011885427 – info@suzukicenter.it – www.suzukicenter.it
Chiara Marola, Comunicazione e Relazioni esterne – comunicazione@suzukicenter.it – cell. 347 5546974
NutriAid Italia Onlus – tel. 0114390017 – eventi@nutriaid.it – www.nutriaid.it

 

 

Ormai prossime le Giornate di Spiritualità della Famiglia Salesiana

Si riporta l’articolo pubblicata da ANSAgenzia Info Salesiana – riguardo alle Giornate di Spiritualità della Famiglia Salesiana che si svolgeranno a Valdocco dal 10 al 13 gennaio 2019:

SalesianFamilyDays.com

(ANS – Torino) – Le Giornate di Spiritualità della Famiglia Salesiana 2019 si terranno a Torino-Valdocco dal 10 al 13 gennaio 2019 e saranno incentrate, come sempre, sul tema della Strenna del Rettor Maggiore. La linea guida di questa 37ª edizione sarà pertanto il motto:

“Perché la mia gioia sia in voi” (Gv 15,11) La santità anche per te”.

La Famiglia Salesiana, con una vasta rappresentanza dei 31 gruppi che la compongono, si ritroverà dunque a Valdocco, casa madre del carisma salesiano, che farà da cornice a questi quattro giorni di riflessione, preghiera, condivisione ed incontro nello stile gioioso di Don Bosco.

I partecipanti alle Giornate di Spiritualità, provenienti da tutti i cinque continenti, saranno 300. Saranno accolti, come da programma, giovedì 10 gennaio, da don Enrico Stasi, Ispettore Piemonte e Valle D’Aosta. Dopo l’iniziale saluto di benvenuto, si terrà la presentazione delle Giornate, che sarà condotta da don Eusebio Muñoz, Delegato del Rettor Maggiore per la Famiglia Salesiana. 
L’inizio delle Giornate di Spiritualità, con il benvenuto di don Enrico Stasi, potrà essere seguito in diretta sulla pagina Facebook di Ans, che trasmetterà live l’evento
Nel corso delle quattro Giornate, Ans trasmetterà sulla propria pagina Facebook anche altri eventi, tra i quali assumono una particolare rilevanza la presentazione della Strenna da parte del Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, (10 gennaio, ore 17,45), la tavola rotonda dal titolo “La Santità nei contesti dove si svolge la nostra vita” (12 gennaio, ore 15,30) e, naturalmente, la Messa domenicale presieduta dal Rettor Maggiore e l’incontro conclusivo, previsto per domenica 13 gennaio a partire dalle ore 11.

In questo modo, che anche chi non sarà fisicamente presente, potrà seguire da vicino lo svolgimento delle Giornate di Spiritualità della Famiglia Salesiana.

 

Torino Valdocco – VII Incontro degli Ispettori salesiani d’Europa

Si riporta qui di seguito la notizia pubblicata da “ANS” – Agenzia Info Salesiana – in data lunedi 3 Dicembre 2018 riguardo all’incontro degli Ispettori Salesiani d’Europa. Circa 60 salesiani e 15 laici collaboratori nella missione, guidati dal Rettor Maggiore e dai membri del suo Consiglio, si sono ritrovati per valutare insieme sfide e opportunità per il carisma di Don Bosco nel Vecchio Continente.

Come cambia l’adozione in Italia – Il Congresso a Torino Valdocco

Si riporta qui a seguire l’articolo a cura di Marina Lomunno, del 15 Novembre 2018, riguardo all’Unione nazionale delle Camere minorili: a Valdocco si è tenuto il congresso di tutte le professionalità (magistrati, avvocati, psichiatri, psicologi, educatori e molti altri) che si occupano in Italia della tutela dei minori.

L’Unione nazionale della Camere minorili ha scelto Valdocco per l’apertura del Congresso annuale di tutte le professionalità (magistrati, avvocati, psichiatri, psicologi, educatori e molti altri) che si occupano nel nostro paese della tutela dei minori. Un luogo simbolo nella città di don Bosco e dei santi sociali dove da due secoli si continua a parlare di accoglienza a chi è più fragile.

«L’adozione attualità del cambiamento, prassi operative e riflessioni condivise sugli strumenti della Giustizia a tutela della persone di minore età» il tema su cui i delegati provenienti da tutt’Italia si sono confrontati nella tre giorni dall’8 al 10 novembre tra le sedi di Maria Ausiliatrice e la Biblioteca nazionale di via Carlo Alberto. E non a caso si è partiti da Valdocco, come ha spiegato dando il benvenuto ai convegnisti, don Domenico Ricca, salesiano, da 39 anni cappellano del carcere minorile torinese «Ferrante Aporti» e presidente dell’Associazione amici di don Bosco ente che dal 1970 si occupa di adozioni internazionali. «Il mio fondatore accoglieva nella Torino dell’800 i ragazzi abbandonati e li faceva sentire a casa, donava loro il calore di una famiglia. La nostra associazione e tutti coloro che come voi si occupano di tutela dei minori vuole continuare con questo spirito sostenendoci tra famiglie per diffondere la cultura dell’accoglienza di cui l’adozione è una delle più alte espressioni».

Un concetto ribadito più volte e da più parti durante il convegno a partire dall’intervento di Anna Maria Baldelli, procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni del Piemonte e della Valle d’Aosta che ha sottolineato come, nonostante le difficoltà innegabili che riguardano i vari attori coinvolti «l’adozione nei casi in cui riesce – e ce ne sono molti – è la migliore forma di genitorialità possibile perché mette insieme due necessità: il diritto a crescere in un a famiglia e il desiderio di accogliere un figlio».

Durante la tre giorni, dove si sono affrontati i temi civili, penali e psicosociali legati all’adozione sia nazionale che internazionale, è stato evidenziato come l’Italia con gli Stati Uniti siano i due paesi più accoglienti nel mondo, come illustrato Chiara Avataneo, responsabile dell’équipe psico-sociale dell’Arai.

Anche se, tra i cambiamenti più evidenti di questi ultimi sei anni vi è una pesante flessione delle adozioni internazionali: dal 2011 dove sono stati accolti in Italia 4 mila minori si è scesi nel 2017 a 1163 ingressi in famiglia.

Un dato che mette insieme numerosi fattori dalla chiusura di alcune frontiere, alla crisi economica che ha colpito l’Italia (l’adozione internazionale ha costi di viaggio e permanenza nei Paesi di origine dei bambini oltre che per il disbrigo delle pratiche necessarie), all’innalzamento dell’età dei genitori alla disponibilità di minori grandicelli che spesso non rientrano nell’immaginario ‘ideale’ del bimbo piccolo desiderato da chi attende a lungo un figlio.

Svariatissimi i campi di interesse in cui spazia il tema delle adozioni testimoniata anche dalle diverse professionalità, nazionali e locali, presenti al convegno: da Rita Perchiazzi e Stefano Ardagna rispettivamente presidenti dell’Unione nazionale Camere minorili e della Camera minorile di Torino a Maria Francesca Pricoco presidente dell’associazione Associazione italiana dei magistrati per minorenni e la famiglia a Rita Turino garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Piemonte a Frida Tonizzo segretario dell’Anfaa, associazione nazionale famiglie adottive e affidatarie e Marina Merana dirigente delle politiche sociali del Comune di Torino.

Soprattutto erano presenti i tanti ragazzi delle scuole superiori torinesi che hanno lavorato con la Camera minorile di Torino sul tema del convegno, stimolati anche dal documentario «Trame» sul delicato tema della ricerca delle origini degli adottati proposto dall’Associazione amici di don Bosco. In particolare gli alunni (alcuni figli di immigrati) dell’Istituto tecnico Plana di Torino e del liceo Natta di Rivoli hanno presentato ai convegnisti le loro riflessioni «multimediali» sull’adozione. Eccone alcune in ordine sparso. «Fratelli sono coloro che crescono insieme». «Molti di noi arrivano da lontano. La diversità è la ricchezza della nostra classe».

 

 

E se la fede – Venuti al mondo per grazia o disgrazia?

Concluso anche il secondo appuntamento mensile di “E se la fede avesse ragione?“, giovedi 08 Novembre 2018 presso la Basilica di Maria Ausiliatrice.

 

 

Venuti al mondo per grazia o disgrazia?” questo il tema trattato da don Andrea Bozzolo durante la serata. Ma soprattutto ha avuto l’occasione di riportare, a tutti i giovani presenti nella Basilica, la sua esperienza al Sinodo nel mese di ottobre a Roma. Due sono stati i punti principali riportati:

  • La chiesa ha bisogno della forza vitale dei giovani ed in questo momento ha bisogno di trovare un mezzo “innovativo” per comunicare con essi;
  • La proposta concreta è rivolta a tutte le chiese/parrocchie/oratori sparsi nel mondo: invitate i giovani a vivere un’esperienza di comunità in questi luoghi. Proprio per venir fuori da una società individualista che non ci permette di vivere a pieno la bellezza delle relazioni e non ci fa sentire la voce di Dio che ci parla.

 

 

8 novembre 2018“Venuti al mondo per grazia o per disgrazia?” #maniinmano, questo il tema che tratterà don Andrea Bozzolo. Sarà l’occasione in cui potrà raccontare ai giovani presenti l’esperienza del #Sinodo18 ed il documento finale.#eselafede Eselafede #Sdb #upgtorino #Sinodo #Synod2018 #Synod #papafrancesco Vatican Insider Vatican Insider CEInews CTV News

Publiée par Luca Ramello sur Jeudi 8 novembre 2018

8 novembre 2018 – II parte

8 novembre 2018 – II parte“Venuti al mondo per grazia o per disgrazia?” #maniinmano, questo il tema che tratterà don Andrea Bozzolo. Sarà l’occasione in cui potrà raccontare ai giovani presenti l’esperienza del #Sinodo18 ed il documento finale.#eselafede Eselafede #Sdb #upgtorino #Sinodo #Synod2018 #Synod #papafrancesco Vatican Insider Vatican Insider CEInews CTV News

Publiée par Luca Ramello sur Jeudi 8 novembre 2018

 

 

E se la fede – Secondo appuntamento

In arrivo la seconda tappa di “E se la fede avesse ragione?” in data 8 novembre 2018 presso la Basilica di Maria Ausiliatrice – Valdocco.

“Venuti al mondo per grazia o per disgrazia?” #maniinmano, questo il tema che tratterà don Andrea Bozzolo alle ore 20.30 di giovedi sera. Sarà quella l’occasione in cui don Andrea potrà raccontare ai giovani presenti l’esperienza del Sinodo ed il documento finale.

 

 

MGS Day – Ripartono gli appuntamenti

Arriva l’autunno e con esso riprendono gli incontri per tutti i giovani dell’ispettoria, del Movimento Giovanile Salesiano: gli MGS Day!

Domenica 18 novembre, a Valdocco! Ripartirà tutto da qui e dal tema dell’anno pastorale 2018/2019: Io sono Missione #perlavitadeglialtri.

La giornata inizierà alle ore 9.30 con l’accoglienza e vedrà la sua conclusione con la Santa Messa alle ore 16.30. Bisognerà portare il pranzo al sacco ed il costo della giornata sarà di 5€.

Don Stefano Mondin

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Suor Carmela Busia

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Salesiani Cooperatori – L’annuncio di Cristo nelle realtà temporali

Si è svolta il 21 ottobre 2018, presso il salone parrochiale della Basilica di Maria Ausiliatrice (Torino – Valdocco), il primo dei tre incontri organizzati e proposti dall’associazione dei Salesiani Cooperatori. Tema dell’incontro: “lo sguardo del buon cristiano e onesto cittadino – L’annuncio di Cristo nelle realtà temporali“.

Il percorso, basato appunto su tre incontri, si pone l’obiettivo di “Fare cultura“: uno spazio in cui, nel confronto, si possano fornire gli strumenti per creare un pensiero critico cristiano sulla realtà sociale e culturale in cui viviamo, che interroghi l’essere veri cittadini nel nostro tempo, partendo dall’identità cristiana e salesiana.
Don Sabino Frigato, vicario Ispettoriale, ha catturato l’attenzione dei 70 partecipanti guidandoli in una riflessione sul tema della Dottrina sociale della Chiesa e ponendo l’atttenzione sulla missione del cristiano laico nella società e ponendo le sfide, spesso critiche, che questa pone.

L’incontro si è poi concluso con l’intervento di Don Enrico Lupano, delegato ICP per i Salesiani Cooperatori: “Dobbiamo sfatare il mito del salesiano cooperatore legato al semplice ruolo del tuttofare dell’ oratorio, questo può essere davvero un ambito dove i cooperatori possono impegnarsi e fare cultura salesiana!“.

 

E se la fede avesse ragione? #nonpercasonondalcaos

Giovedi 11ottobre 2018 presso la Basilica di Maria Ausiliatrice a Torino Valdocco, riprende il percorso di “e se la fede” che giunge alla sua quinta edizione.

Il tema dell’incontro dal titolo “Venuti al mondo per caso? #nonpercasonondalcaos” è stato affrontato da don Luca Ramello attraverso l’utilizzo di 3 blocchi principali:

  • Io credo in Dio creatore del cielo e della terra, il Creatore dell’essere umano
  • La verità della creazione
  • Dal catechismo degli adulti

Alla fine della catechesi è seguito un momento di adorazione.

Io sono vivo per amore, figlio di un padre che mi ama. Questa è una certezza che ti permette di reggere tutte le difficoltà della vita.
Don Luca Ramello

 

 

“Scelte politiche sbagliate, uso scellerato delle risorse naturali”: La crisi umanitaria del Venezuela

Un intenso programma a Valdocco (Torino) dei vescovi salesiani Jonny Eduardo Reyes e Pablo Gonzalez, invitati da Missioni Don Bosco il 18 e 19 settembre per dare testimonianza sulla drammatica situazione del Venezuela. Dopo il loro incontro con il Papa nella visita ad limina apostolorum, insieme con i confratelli della Conferenza episcopale venezuelana, hanno partecipato a due momenti pubblici: il primo, martedì a Maria Ausiliatrice per una celebrazione eucaristica, il secondo, mercoledì in Sala Sangalli per il convegno “RINVOLUZIONEVENEZUELA”.
La loro presenza ha dato un’occasione non trascurabile di visibilità anche alla piccola ma crescente comunità di Venezuelani emigrati negli ultimi anni in Piemonte a seguito dell’esodo, del quale peraltro si registrano solo pochi riscontri nei nostri media nazionali.

La crisi umanitaria del Venezuela «non è il frutto del caso o del destino avverso». E’ piuttosto il risultato di scelte politiche sbagliate e di un uso scellerato delle risorse naturali: «era una nazione ricca con prospettive di grande futuro, ma è stata impoverita fino all’estremo e adesso vive una situazione di miseria che peggiora di giorno in giorno e questo governo continua a negare tutto».

Queste le parole di monsignor Jonny Eduardo Reyes, vescovo di Puerto Ayacucho (Amazzonia), durente il suo intervento alla conferenza dal titoloRinvoluzione Venezuela, dal sogno bolivariano all’incubo della crisi”organizzata da Missioni don Bosco Valdocco onlus, a Torino.

Rivivi la diretta Facebook dell’evento

Rinvoluzione Venezuela: dal sogno bolivariano all’incubo della crisi

Mercoledì 19 settembre a #Valdoccohttps://news.missionidonbosco.org/rinvoluzione-venezuela-dal-sogno-bolivariano-allincubo-della-crisi

Publiée par Missioni Don Bosco ONLUS sur Mercredi 19 septembre 2018

La denuncia viene da monsignor Jonny Eduardo Reyes, vescovo di Puerto Ayacucho (Amazzonia), intervenuto ieri alla conferenza dal titolo Rinvoluzione Venezuela, dal sogno bolivariano all’incubo della crisi, organizzata da Missioni don Bosco Valdocco onlus, a Torino. Con monsignor Reyes, di ritorno da una visita apostolica dal Papa, anche mons. Pablo Gonzalez, vescovo di Guasdalito, che ha parlato della ferita profonda inflitta alla società venezuelana, costretta a vivere una quotidianità fatta di stenti, economia informale e laddove è possibile di emigrazione.

La popolazione venezuelana è letteralmente alla fame. Fa eccezione quel 15% che gode dei privilegi economici e delle protezioni politiche, e che sostiene senza riserve il governo in carica avendo anche il dominio degli organi di informazione. Due Venezuela, uno dei quali completamente al di fuori della realtà e insensibile alla sofferenza di milioni di persone. La manipolazione dell’opinione pubblica arriva al punto di negare l’esodo di massa (un decimo del 30 milioni di abitanti del Venezuela) verso i Paesi confinanti e da lì – chi può – verso nord America ed Europa.

«Il mercato nero – ha detto Gonzalez – la speculazione e il proliferare di attività economiche illegali sono diventate oggi la principale attività di chi è rimasto in Venezuela e per sopravvivere non può fare altro».

«Lo stipendio di un operaio equivale a circa un euro e 50 al mese, mentre una bottiglia d’acqua costa l’equivalente di 5 centesimi di euro; gli alimenti vengono rivenduti sul mercato nero e gli effetti sono simili a quelli di una guerra».

«La svalutazione della moneta e l’inflazione rendono carta straccia il bolivar, che ad oggi vale 0,014 euro».

Pur rimanendo strettamente sul terreno dell’azione pastorale, i vescovi venezuelani hanno dato conto di quel che vedono e delle iniziative solidali che hanno intrapreso con le loro comunità. Progetti che mirano al soccorso immediato di chi chiede aiuto alimentare (sono nate le “ollas solidales”, le pentole della fraternità: le parrocchie riescono una volta alla settimana a distribuire un pasto caldo) e all’informazione a chi è avviato all’emigrazione dal Paese. Monsignor Gonzalez e monsignor Reyes sono infatti letteralmente “vescovi di frontiera”: Colombia e Brasile sono a un passo dalle loro diocesi. L’uno, a Guasdalito, è affacciato verso le alture andine; l’altro, a Puerto Ayacucho, si trova nell’area di transito verso il cuore dell’Amazzonia. Le frontiere sono poco controllate dal governo di Caracas e in compenso soggette a un pericoloso miscuglio di corruzione delle guardie, di influenza del narcotraffico, di infiltrazioni della guerriglia e di attività di mercato nero. E poi c’è l’impatto devastante sulle piccole comunità di confine, che devono assorbire in poche settimane l’arrivo di un numero esuberante di profughi senza risorse, fra i quali si nascondono profittatori e provocatori. Per questo esiste anche una cooperazione fra diocesi venezuelane e diocesi colombiane e brasiliane.

Durante la celebrazione eucaristica, nell’omelia, monsignor Reyes ha tratto spunto dal vangelo per rimarcare la necessità di “camminare con gli occhi e con le orecchie aperti, per essere sensibili al bisogno degli altri”.  Per questa ragione, la Chiesa venezuelana deve essere “vicina alla gente, noi vescovi dobbiamo essere vicini al popolo”, come ha chiesto anche papa Francesco nell’incontro in Vaticano. Quel che si può fare oggi, con le risorse limitate e i con i freni imposti all’azione sociale, è “consolare” la gente, quella che rimane e quella in fuga.

“In certi casi non possiamo fare nulla, la situazione scappa dalle nostre mani. Possiamo solo ‘metterci nelle scarpe degli altri’ e provare a condividere il dolore”.

Reyes ha anche messo in luce le responsabilità internazionali: «va smontata l’ipocrisia internazionale sul Venezuela – ha denunciato – perché il petrolio, l’oro e i minerali nel Paese ci sono, stanno ancora lì, non sono spariti. Ma ci sono nazioni disposte a comprarli a bassissimo costo. Bisogna smascherare il gioco politico internazionale che continua a dare sostegno al regime dittatoriale di Maduro».
Le due superpotenze che sostengono e finanziano Maduro sono  Russia e Cina: con quest’ultima il presidente pare aver stretto nelle ultime settimane diversi accordi economici.

«Io vedo alcuni possibili scenari per il futuro – ha concluso monsignor Reyes – Oltre alla rassegnazione del popolo, molti dicono che questo governo arriverà ad autodistruggersi; altri ancora che sarà necessario un intervento militare esterno; il segretario di Stato vaticano Pietro Parolin aveva posto quattro condizioni al governo, ma sono state tutte disattese. Quello che doveva essere un dialogo tra Chiesa cattolica e governo in realtà è saltato, non c’è mai stato».