La Voce e il Tempo: Mostra “Exodus” a Maria Ausiliatrice

La Voce e il Tempo dedica un articolo alla mostra “Exodus” esposta nella Basilica di Maria Ausiliatrice di Valdocco. Si riporta di seguito l’articolo che sarà pubblicato domenica 17 novembre 2019, a cura di Federica Bello.

«Exodus»: l’arte contro l’odio nel mondo

MARIA AUSILIATRICE – UNA MOSTRA DI TREDICI GRANDI TELERI PER DENUNCIARE IL DRAMMA DELLE MIGRAZIONI E DEGLI EFFETTI DEI CONFLITTI SULLA VITA DI UOMINI, DONNE E BAMBINI

«La foto del piccolo Alan sulla spiaggia di Bodrum che ha fatto il giro del mondo e ha emozionato e mobilitato l’opinione pubblica è stata eseguita nel settembre 2015. L’immagine di Alan, da me rielaborata, è entrata a far parte anche del mio immaginario ed è presente in mostra. Vorrei che anche la mia pittura contribuisse a consolidare e far crescere tale necessaria mobilitazione morale, che sola può lacera- re un’insopportabile cappa d’indifferenza».

Così Safet Zec, pittore e incisore nato in Bosnia nel 1943 e costretto a fuggire dalla Jugoslavia nel 1992 a causa del conflitto, descrive il senso della sua opera «Child Triptyc» (tempera su carta e tela di 3 metri per 6 circa) che fa parte del ciclo «Exodus» che fino al 20 dicembre si può ammirare nell’allestimento realizzato all’interno della basilica torinese di Maria Ausiliatrice. Una mostra di tredici grandi teleri realizzati dall’artista per denunciare il dramma delle migrazioni e degli effetti dei conflitti sulla vita di uomini donne e bambini, voluta dai salesiani di Valdocco e da Amici di Don Bosco per richiamare l’attenzione sulla situazione di tanti giovani e ragazzi come Alan, vittime dell’odio e della tratta.

«Sradicamento, abbandono, dolore, perdita identitaria, ma anche accoglienza e speranza in un futuro migliore sono solo alcune delle sensazioni», spiega Giampietro Pettenon, presidente di Missioni don Bosco, «trasmesse dalle opere di Safet Zec che trovano infatti la loro ideale collocazione nella Basilica di Maria Ausiliatrice a Valdocco, il luogo dove don Bosco a metà ‘800 accoglieva i ragazzi più vulnerabili ed emarginati, lontani dal luogo di nascita e senza famiglia».

«Nella Basilica di Maria Ausiliatrice», evidenzia il rettore don Guido Errico, «c’è un continuo passaggio di giovani, di famiglie, di persone, sostando qui e vedendo le opere esposte avranno un’ulteriore occasione per riflettere e pregare per le tante vittime dei conflitti, delle migrazioni e per trovare stimoli e forza per azioni concrete di aiuto, sensibilizzazione».

Tra le opere, significativo l’accostamento di «Man with children» accanto alla cappella che accoglie il Santo:

«L’uomo che tiene sul petto due bambini», commenta Enzo Bianchi, fondatore della Comunità di Bose, che ha inaugurato la mostra, «rivela un atteggiamento pittorico di Zec: dal colore terreo del fondo emerge la figura dell’uomo e il pittore gioca su un ripensamento. Ci fa vedere i forti tratti come un disegno preparatorio in cui l’uomo non è nell’atto di alzarsi, ma ha tutte e due le ginocchia a terra. Zec non vuole raccontare il dolore, ma la capacità di quest’uomo di sollevarsi, di riprendere il cammino del suo esodo. Il predominio non è del dolore che viene relegato a pochi incisivi tratti, ma alla ripartenza carica di colore».

La mostra è approdata a Torino dopo Venezia e Roma ed è visitabile tutti i giorni dalle ore 10 alle 16, compatibilmente con le celebrazioni eucaristiche. L’ingresso è libero.

Federica BELLO

La Voce e il Tempo: Mostra “Exodus” a Maria Ausiliatrice

La Voce e il Tempo dedica un articolo alla mostra “Exodus” esposta nella Basilica di Maria Ausiliatrice di Valdocco. Si riporta di seguito l’articolo che sarà pubblicato domenica 17 novembre 2019, a cura di Federica Bello.

«Exodus»: l’arte contro l’odio nel mondo

MARIA AUSILIATRICE – UNA MOSTRA DI TREDICI GRANDI TELERI PER DENUNCIARE IL DRAMMA DELLE MIGRAZIONI E DEGLI EFFETTI DEI CONFLITTI SULLA VITA DI UOMINI, DONNE E BAMBINI

«La foto del piccolo Alan sulla spiaggia di Bodrum che ha fatto il giro del mondo e ha emozionato e mobilitato l’opinione pubblica è stata eseguita nel settembre 2015. L’immagine di Alan, da me rielaborata, è entrata a far parte anche del mio immaginario ed è presente in mostra. Vorrei che anche la mia pittura contribuisse a consolidare e far crescere tale necessaria mobilitazione morale, che sola può lacera- re un’insopportabile cappa d’indifferenza».

Così Safet Zec, pittore e incisore nato in Bosnia nel 1943 e costretto a fuggire dalla Jugoslavia nel 1992 a causa del conflitto, descrive il senso della sua opera «Child Triptyc» (tempera su carta e tela di 3 metri per 6 circa) che fa parte del ciclo «Exodus» che fino al 20 dicembre si può ammirare nell’allestimento realizzato all’interno della basilica torinese di Maria Ausiliatrice. Una mostra di tredici grandi teleri realizzati dall’artista per denunciare il dramma delle migrazioni e degli effetti dei conflitti sulla vita di uomini donne e bambini, voluta dai salesiani di Valdocco e da Amici di Don Bosco per richiamare l’attenzione sulla situazione di tanti giovani e ragazzi come Alan, vittime dell’odio e della tratta.

«Sradicamento, abbandono, dolore, perdita identitaria, ma anche accoglienza e speranza in un futuro migliore sono solo alcune delle sensazioni», spiega Giampietro Pettenon, presidente di Missioni don Bosco, «trasmesse dalle opere di Safet Zec che trovano infatti la loro ideale collocazione nella Basilica di Maria Ausiliatrice a Valdocco, il luogo dove don Bosco a metà ‘800 accoglieva i ragazzi più vulnerabili ed emarginati, lontani dal luogo di nascita e senza famiglia».

«Nella Basilica di Maria Ausiliatrice», evidenzia il rettore don Guido Errico, «c’è un continuo passaggio di giovani, di famiglie, di persone, sostando qui e vedendo le opere esposte avranno un’ulteriore occasione per riflettere e pregare per le tante vittime dei conflitti, delle migrazioni e per trovare stimoli e forza per azioni concrete di aiuto, sensibilizzazione».

Tra le opere, significativo l’accostamento di «Man with children» accanto alla cappella che accoglie il Santo:

«L’uomo che tiene sul petto due bambini», commenta Enzo Bianchi, fondatore della Comunità di Bose, che ha inaugurato la mostra, «rivela un atteggiamento pittorico di Zec: dal colore terreo del fondo emerge la figura dell’uomo e il pittore gioca su un ripensamento. Ci fa vedere i forti tratti come un disegno preparatorio in cui l’uomo non è nell’atto di alzarsi, ma ha tutte e due le ginocchia a terra. Zec non vuole raccontare il dolore, ma la capacità di quest’uomo di sollevarsi, di riprendere il cammino del suo esodo. Il predominio non è del dolore che viene relegato a pochi incisivi tratti, ma alla ripartenza carica di colore».

La mostra è approdata a Torino dopo Venezia e Roma ed è visitabile tutti i giorni dalle ore 10 alle 16, compatibilmente con le celebrazioni eucaristiche. L’ingresso è libero.

Federica BELLO

“Lo sviluppo è il nuovo nome della pace”: Tavola Rotonda a Valdocco in ricordo di Maurizio Baradello

Sabato 9 novembre, in concomitanza con l’assemblea VIS (Volontariato Internazionale per lo Sviluppo) si è tenuta la tavola rotonda a Valdocco in ricordo di Maurizio Baradello, tra i soci fondatori del VIS, scomparso nel maggio 2017. Di seguito l’articolo pubblicato dall’Agenzia d’informazione Salesiana ANS.

Italia – “Lo sviluppo è il nuovo nome della pace”. Tavola Rotonda a Torino in ricordo di Maurizio Baradello

(ANS – Torino) – È stata realizzata lo scorso 9 novembre, in concomitanza con l’assemblea annuale dell’ong salesiana “Volontariato Internazionale per lo Sviluppo” (VIS) con i Presidi territoriali, la tavola rotonda in ricordo di Maurizio Baradello, tra i soci fondatori del VIS, scomparso nel maggio 2017.

L’incontro, aperto a tutti, è stato dedicato alla promozione di società pacifiche ed inclusive ai fini dello sviluppo sostenibile, in linea con l’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile n. 16 dell’Agenda ONU 2030 “Pace, Giustizia e Istituzioni solide”. Gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile sono stati ideati dalle Nazioni Unite nel 2015 e riguardano temi che tutti i Paesi si impegnano ad affrontare entro il 2030, da qui l’Agenda 2030 che include in totale 17 Obiettivi.

La tavola rotonda, “Lo sviluppo è il nuovo nome della pace”, ha avuto luogo a Torino-Valdocco presso la sede dei Salesiani di Don Bosco. Ad aprire l’evento sono stati i saluti istituzionali e l’introduzione alla Tavola Rotonda del Presidente del VIS, Nico Lotta.

Tra i relatori, si segnalano: Gianni Vaggi, Consigliere nel Comitato Esecutivo del VIS e direttore del Master in Cooperazione allo Sviluppo presso l’università di Pavia, e Maria Bottiglieri, dell’Ufficio Cooperazione Internazionale del Comune di Torino, che parlerà del progetto NUR (New Urban Resources) implementato dal Comune di Torino, insieme al VIS, in Palestina sulle energie rinnovabili.

“Lo sviluppo è il nuovo nome della pace”: Tavola Rotonda a Valdocco in ricordo di Maurizio Baradello

Sabato 9 novembre, in concomitanza con l’assemblea VIS (Volontariato Internazionale per lo Sviluppo) si è tenuta la tavola rotonda a Valdocco in ricordo di Maurizio Baradello, tra i soci fondatori del VIS, scomparso nel maggio 2017. Di seguito l’articolo pubblicato dall’Agenzia d’informazione Salesiana ANS.

Italia – “Lo sviluppo è il nuovo nome della pace”. Tavola Rotonda a Torino in ricordo di Maurizio Baradello

(ANS – Torino) – È stata realizzata lo scorso 9 novembre, in concomitanza con l’assemblea annuale dell’ong salesiana “Volontariato Internazionale per lo Sviluppo” (VIS) con i Presidi territoriali, la tavola rotonda in ricordo di Maurizio Baradello, tra i soci fondatori del VIS, scomparso nel maggio 2017.

L’incontro, aperto a tutti, è stato dedicato alla promozione di società pacifiche ed inclusive ai fini dello sviluppo sostenibile, in linea con l’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile n. 16 dell’Agenda ONU 2030 “Pace, Giustizia e Istituzioni solide”. Gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile sono stati ideati dalle Nazioni Unite nel 2015 e riguardano temi che tutti i Paesi si impegnano ad affrontare entro il 2030, da qui l’Agenda 2030 che include in totale 17 Obiettivi.

La tavola rotonda, “Lo sviluppo è il nuovo nome della pace”, ha avuto luogo a Torino-Valdocco presso la sede dei Salesiani di Don Bosco. Ad aprire l’evento sono stati i saluti istituzionali e l’introduzione alla Tavola Rotonda del Presidente del VIS, Nico Lotta.

Tra i relatori, si segnalano: Gianni Vaggi, Consigliere nel Comitato Esecutivo del VIS e direttore del Master in Cooperazione allo Sviluppo presso l’università di Pavia, e Maria Bottiglieri, dell’Ufficio Cooperazione Internazionale del Comune di Torino, che parlerà del progetto NUR (New Urban Resources) implementato dal Comune di Torino, insieme al VIS, in Palestina sulle energie rinnovabili.