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Buona Festa di San Giovanni Bosco – 31 gennaio 2020
/in In evidenza SX, News /da admin4675“Dite ai miei ragazzi che li aspetto tutti in Paradiso”
(Don Bosco – 31 gennaio 1888)
Presso la Basilica di Maria Ausiliatrice di Valdocco, cuore pulsante della spiritualità salesiana, sono iniziati ufficialmente i festeggiamenti per celebrare la ricorrenza di San Giovanni Bosco, padre, maestro ed amico dei giovani.
Le celebrazioni dedicate alla festa, hanno avuto inizio in Basilica alle ore 7.00 con la prima S.Messa, presieduta da don Sabino Frigato, Vicario episcopale per la Vita Consacrata. Alle 8.30, la S.Messa presieduta da don Enrico Stasi, Ispettore dei Salesiani ICP, ha visto la numerosa partecipazione da parte dei ragazzi e delle ragazze delle scuole di Valdocco. In virtù della sua instancabile opera educativa, San Giovanni Bosco è infatti patrono di tutte le categorie che hanno a che fare col mondo della scuola e dell’insegnamento. Alle ore 10.00 la celebrazione è stata presieduta invece da don Leonardo Mancini, Maestro dei novizi.
Riprendendo l’instancabile missione di don Bosco nell’educare e formare i ragazzi, il Vangelo scelto per le celebrazioni di oggi è stato quello di Matteo 18:
Santa Messa ore 11.00
La solenne celebrazione in Basilica delle ore 11.00, presieduta da Mons. Heriberto Bodeant, vescovo di Melo (Uruguay), è stata trasmessa in diretta streaming da Missioni Don Bosco dal proprio sito internet e pagina facebook.
L’Omelia, è stata a cura di don Guido Errico, Rettore della Basilica:
Rivivi l’evento
Santa Messa ore 18.30
Miei cari Giovani,
carissimi ragazzi e ragazze di tutti i luoghi del nostro bellissimo mondo salesiano!
Il mio saluto è oggi, anzitutto, per voi. Naturalmente desidero fare arrivare il mio affetto a ciascuno dei miei confratelli Salesiani di Don Bosco, alle carissime sorelle Figlie di Maria Ausiliatrice, ai Salesiani Cooperatori, agli Exallievi, alle Exallieve e a tutti i membri della nostra bella e grande Famiglia Salesiana.
Carissimi Giovani, vi scrivo oggi, 31 gennaio, da Valdocco. Qui è l’alba. È uno dei momenti nei quali prego il Signore, alla presenza della nostra Madre Maria Ausiliatrice, e, in modo particolare, davanti all’urna del nostro Padre Don Bosco, alla presenza di tutti i nostri santi e beati che ci accompagnano nella Basilica (Santa Maria D. Mazzarello, San Domenico Savio, il Beato Michele Rua, il Beato Filippo Rinaldi).
Ho parlato loro di voi. Ho pregato il Signore chiedendo l’intercessione di Maria Ausiliatrice e di Don Bosco per tutti voi, per tutti i ragazzi, gli adolescenti e i giovani del mondo salesiano e anche per la gioventù del mondo intero. Penso, miei cari giovani, che pregare per voi sia una bellissima espressione di affetto. Don Bosco lo ha sempre fatto per i suoi giovani e in mezzo a loro; e questo vuole essere il mio dono per voi, in questo bellissimo giorno, nel nome del nostro Padre.
Oggi, come in altre occasioni, torno a ribadire il mio profondo desiderio: che tutti voi, che ciascun giovane del mondo possiate sentirvi come a casa vostra nelle case salesiane. Le porte delle case salesiane devono essere sempre aperte. Io desidero che siano sempre aperte, completamente aperte per voi. E anche le porte dei nostri cuori, e quelli di ciascuno dei membri della Famiglia Salesiana.
Oggi, come in altre occasioni, desidero dire dal profondo del mio cuore che, allo stesso modo in cui il cuore di Don Bosco batteva per i suoi giovani, il cuore di ogni membro della nostra Famiglia Salesiana continui a desiderare di stare con voi, di capirvi fino in fondo, nella profondità di voi stessi, e di essere in grado di condividere la vostra fatica e le vostre speranze, i vostri sogni e i vostri progetti. Don Bosco trasformò la sua predilezione per i giovani in missione, facendola diventare lo scopo della propria esistenza. Chiedo che avvenga lo stesso per tutti noi adulti, chiamati ad accompagnarvi.
Oggi, come in altre occasioni, desidero chiedervi di aiutarci, di aiutare ciascuno di noi e ciascun educatore delle vostre case, consacrati e laici, a rinnovare la nostra amicizia e a camminare insieme verso l’ideale dell’autentico progetto di uomo e di donna voluto da Dio. Giovani e adulti noi ci educhiamo reciprocamente attraverso il dono del quale siamo portatori. Questo non è uno slogan, ma è una profonda convinzione che viene dallo stesso Don Bosco. Perché anche i suoi ragazzi fecero diventare Don Bosco ciò che era. Cari giovani aiutateci a donarvi il meglio di noi stessi, a crescere, a essere migliori; aiutateci a non deludervi mai.
E oggi come altre volte ripeto che ciò che di più prezioso abbiamo e che possiamo offrirvi non sono le case e le presenze educative della Famiglia Salesiana in tutto il mondo. Ciò che abbiamo di più prezioso non sono le scuole, né le strutture sportive, né le università, neppure gli oratori e i centri di accoglieza. Il tesoro più prezioso che abbiamo è Gesù Cristo, il quale ci ha conquistato e ci ha fatto innamorare di Lui. Ciò che di più prezioso abbiamo da offrirvi è, come è stato per Don Bosco nei confronti dei suoi ragazzi, l’incontro con Dio Padre, per mezzo di suo Figlio Gesù Cristo. Oggi, come detto altre volte, vorrei che questo sogno diventi realtà ogni giorno, in ogni luogo, in tutte le nazioni e in tutte le culture dove ci troviamo. In tutte le religioni. Che possiamo aiutarvi ad incontrare Dio e in Lui a scoprire la bellezza della vita che Lui ci ha donato.
E citando il nostro amato padre Don Bosco desidero che tutti voi, miei amici e amiche, miei cari ragazzi, adolescenti e giovani, siate molto felici qui e nell’eternità. Siate felici e rendiate felici le vostre famiglie e tutti coloro che abitano il vostro piccolo universo ogni giorno.
Con affetto e nel nome del nostro Padre Don Bosco, vi saluto
Don Ángel Fernández Artime, SDB
Rettor Maggiore
Rivivi qui la diretta della celebrazione:
Rivivi l’evento
Santa Messa ore 21.00
TALITA’ – KUM: TE LO DICO IO, ALZATI
Il Vangelo ci ha messo davanti un’adolescente e le preoccupazioni, in particolare del padre, per la grave situazione in cui la figlia si trova (cfr. Mc 5,21-24.36-43). Questo fatto può essere esteso a tante situazioni di ragazzi e ragazze giudicati scapestrati per il loro comportamento, che allarma genitori ed educatori. Sono gli stessi che si è trovato ad affrontare San Giovanni Bosco, del quale oggi celebriamo la festa. Si tratta di “ragazzi difficili”, come vengono chiamati, ma pur sempre ragazzi, che attendono da noi segnali concreti di prossimità, di amore nella verità e di dialogo sincero e attento alle loro esigenze più profonde, che manifestano a volte anche con modi, linguaggi, scelte e comportamenti giudicati paradossali e trasgressivi da noi educatori.
Don Bosco ci insegna che questi ragazzi parlano con noi sempre, anche quando sembrano assenti e indifferenti; lo fanno con linguaggi inusuali, forse, ma molto chiari per chi sa interpretarli e se ne fa carico. Solo accogliendo ed intercettando questi linguaggi possiamo sperare di entrare nel loro mondo interiore e stabilire un contatto non solo esteriore ma profondo ed amicale. Il problema è non lasciarsi fermare o scandalizzare dalle loro volute e cercate provocazioni verso il mondo degli adulti e verso tutto ciò che contestano. Nel profondo, restano ragazzi in ricerca del senso della vita, di affetti sinceri, di gioia e speranza per il futuro. Ci mettono alla prova per vedere se dalle belle parole sappiamo passare ai fatti, se oltre a parlare di amore, di rispetto e di tolleranza sappiamo esercitare queste virtù verso di loro, accettandone i comportamenti non come “difficili o da giudicare” secondo i nostri schemi adulti, ma da comprendere nelle loro cause più profonde e da gestire con serenità, pazienza e fiducia. L’educazione – diceva Don Bosco – è una questione di cuore, prima che di regole decise dagli adulti.
Voglio invitarvi a prendere esempio da un grande educatore, anche dei ragazzi, che Don Bosco ha seguito possiamo dire alla lettera, per imparare l’arte del dialogo e della comunicazione verbale e non verbale verso di loro: Gesù Cristo. L’episodio della figlia di Giairo ce ne offre l’esempio. Quella ragazza di dodici anni, creduta morta e dunque perduta per sempre, Gesù la considera solo addormentata, si fa vicino, la prende per mano e le dice: «TalitàKum, alzati ragazzina». Ed ella si alza subito dal letto. Gesù la consegna ai genitori, dicendo: «Datele da mangiare». Così pure fa con il figlio della vedova di Nain, che risuscita da morte e lo ridà a sua madre disperata.
Nessun ragazzo e ragazza è dunque considerato “morto”, perduto per sempre, da parte di Gesù. Nessuno è considerato così difficile da non tentare un ricupero, da non concedergli fiducia, da non dirgli con forza: “Alzati dalla tua situazione e prendi in mano la tua vita con gioia e coraggio!”.Così, Don Bosco non ha mai considerato un ragazzo irrimediabilmente perduto, tanto da non tentare un ricupero,da non concedergli fiducia,da non dirgli con forza: «TalitàKum», alzati e cammina. Per lui però Gesù Cristo resta non solo modello insuperabile di educazione, ma è anche il fine ed il contenuto, per ogni educatore. In effetti, la conoscenza di chi sono i ragazzi e di come interpretare le loro ansie, problemi e situazioni di vita è importante, ma non è tutto. Occorre scendere poi nel concreto della proposta da fare. L’educatore deve rapportarsi con loro, sapendo bene che cosa dire e come dirlo, perché passino contenuti ed esempi di vita.
Così, è importante fare esperienze con i ragazzi, ma è anche importante saper riflettere con loro sulle esperienze fatte e cogliere in esse i valori positivi o critici. Quello di cui siamo oggi più carenti sono proprio le convinzioni ed i contenuti che dobbiamo comunicare ai ragazzi. Essi se ne accorgono subito, quando siamo incerti nella proposta e timidi nell’offerta di valori e messaggi convincenti.Gesù Cristo resta il contenuto centrale di ogni educazione, perché solo Lui può veramente affascinare e interessare fino in fondo i ragazzi. Tra Gesù ed ogni ragazzo c’è un rapporto profondo ed intenso, che non dobbiamo mai sottovalutare. La sua persona, il suo messaggio ed i suoi esempi vanno dunque posti a fondamento di ogni azione educativa, che voglia veramente intercettare le attese e i bisogni più veri e profondi dei ragazzi.
Le tecniche e le metodologie sono certamente utili, ma, come ci insegna Don Bosco, che di ragazzi di strada e “perduti” o difficili ne incontrava tanti, quel che più conta sono la verità del Vangelo e l’amicizia con Gesù proposta con amore, insieme alla gioia del rapporto interpersonale di amicizia con ciascuno di loro. Eppure, Don Bosco non aveva a disposizione tutti gli studi psicologici, pedagogici e sociologici che abbiamo noi oggi e che ci descrivono a puntino chi è il ragazzo, cosa pensa di sé, che cosa desidera. Aveva però quello che vale per affascinarli: la santità della sua stessa vita, la forza trascinante del suo stesso esempio.
In effetti, oggi al capezzale di tanti ragazzi giudicati difficili e bisognosi di cura si affollano esperti di ogni genere, che scrivono libri su libri e sentenziano in modo assoluto su questo o quel metodo per risuscitarli alla vita. Gesù – e chi lo segue – sa bene che sta nei ragazzi stessi la fonte prima del loro risveglio e fa leva sulle loro risorse interiori, per ridare loro la voglia di vivere, di amare, di gioire. Sia questa la convinzione profonda che ci anima: non ci sono solo ragazzi difficili; ci sono, e siamo noi, adulti difficili e complicati, incerti nella nostra testimonianza, indecisi e tiepidi nella fede e paternalistici nell’amore. Solo l’educatore che sa mettersi in crisi, a partire da se stesso, può trovare nell’umiltà la via che apre all’incontro con i ragazzi e comunicare con il loro mondo interiore.
Mi auguro che anche questo semplice richiamo al grande padre e amico dei giovani susciti in tutti i genitori ed educatori questa umiltà di farsi discepoli dell’unico maestro di vita che è Cristo. Discepoli insieme agli stessi ragazzi, per camminare con loro sulla via che conduce al Signore e trovare in Lui le risposte più vere ed attese dal proprio cuore.
Cesare Nosiglia
Arcivescovo di Torino
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Veglia di preghiera 30 gennaio – Festa di don Bosco
/in News en /da admin4675Nella serata di ieri, 30 gennaio, vigilia della festa di Don Bosco, il Rettor Maggiore, don Ángel Fernández Artime, ha animato un momento di preghiera nella Basilica di Maria Ausiliatrice ricordando le parole che Papa Francesco rivolse ai giovani quando nel 2015 si recò in visita presso la Basilica di Maria Ausiliatrice di Valdocco:
In seguito, il Rettor Maggiore ha invitato tutta la Famiglia Salesiana a collaborare con l’obiettivo fondamentale di “salvare le anime, lavorare con i giovani e servire i più poveri”, concludendo con la richiesta “di non deludere le aspirazioni profonde che i giovani hanno. Quali aspirazioni? Il bisogno di vita, di apertura, di gioia, di libertà, di futuro e di collaborare alla costruzione di un mondo più giusto e fraterno”.
Al termine veglia, dall’altare in cui si trova il corpo di San Giovanni Bosco, don Ángel ha impartito la benedizione di Dio a tutti i presenti e a tutta la Famiglia Salesiana del mondo.
Veglia di preghiera 30 gennaio – Festa di don Bosco
/in News /da admin4675Nella serata di ieri, 30 gennaio, vigilia della festa di Don Bosco, il Rettor Maggiore, don Ángel Fernández Artime, ha animato un momento di preghiera nella Basilica di Maria Ausiliatrice ricordando le parole che Papa Francesco rivolse ai giovani quando nel 2015 si recò in visita presso la Basilica di Maria Ausiliatrice di Valdocco:
In seguito, il Rettor Maggiore ha invitato tutta la Famiglia Salesiana a collaborare con l’obiettivo fondamentale di “salvare le anime, lavorare con i giovani e servire i più poveri”, concludendo con la richiesta “di non deludere le aspirazioni profonde che i giovani hanno. Quali aspirazioni? Il bisogno di vita, di apertura, di gioia, di libertà, di futuro e di collaborare alla costruzione di un mondo più giusto e fraterno”.
Al termine veglia, dall’altare in cui si trova il corpo di San Giovanni Bosco, don Ángel ha impartito la benedizione di Dio a tutti i presenti e a tutta la Famiglia Salesiana del mondo.
La veglia di preghiera aspettando don Bosco
/in News en /da admin4675Nella serata di ieri, mercoledì 29 gennaio 2020, si è svolta la veglia di preghiera “itinerante” a Valdocco, in preparazione alla festa ormai prossima di San Giovanni Bosco.
Don Guido Enrico, Rettore della Basilica, ha invitato i partecipanti a compiere un cammino verso tre luoghi significativi di Valdocco: il cortile principale dove si trova la statua di Don Bosco, la Cappella di San Francesco di Sales e la Basilica di Maria Ausiliatrice:
L’incontro ha così avuto inizio alle ore 21.00 presso il cortile di Valdocco per poi proseguire nella chiesa di San Francesco di Sales ed infine davanti all’urna del Santo, nella Basilica di Maria Ausiliatrice.
Il tutto è stato animato da alcuni passi della Parola, dai canti, dalle preghiere e dalla meditazione, con una partecipazione attiva da parte dei presenti. Per l’occasione, alcuni momenti di riflessione sono stati guidati dallo spettacolo di Sand Art, a cura di Compagnie Sabbie Luminose, attraverso la rappresentazione con la sabbia di alcuni episodi ripresi dalla vita di don Bosco.
L’incontro si è poi concluso in Basilica con la tradizionale “Buona Notte” salesiana da parte del Rettore Maggiore, don Ángel Fernández Artime:
(ANS)
Rivivi l’evento
La veglia di preghiera aspettando don Bosco
/in News /da admin4675Nella serata di ieri, mercoledì 29 gennaio 2020, si è svolta la veglia di preghiera “itinerante” a Valdocco, in preparazione alla festa ormai prossima di San Giovanni Bosco.
Don Guido Enrico, Rettore della Basilica, ha invitato i partecipanti a compiere un cammino verso tre luoghi significativi di Valdocco: il cortile principale dove si trova la statua di Don Bosco, la Cappella di San Francesco di Sales e la Basilica di Maria Ausiliatrice:
L’incontro ha così avuto inizio alle ore 21.00 presso il cortile di Valdocco per poi proseguire nella chiesa di San Francesco di Sales ed infine davanti all’urna del Santo, nella Basilica di Maria Ausiliatrice.
Il tutto è stato animato da alcuni passi della Parola, dai canti, dalle preghiere e dalla meditazione, con una partecipazione attiva da parte dei presenti. Per l’occasione, alcuni momenti di riflessione sono stati guidati dallo spettacolo di Sand Art, a cura di Compagnie Sabbie Luminose, attraverso la rappresentazione con la sabbia di alcuni episodi ripresi dalla vita di don Bosco.
L’incontro si è poi concluso in Basilica con la tradizionale “Buona Notte” salesiana da parte del Rettore Maggiore, don Ángel Fernández Artime:
(ANS)
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Avvenire: “Salesiani per i giovani, oggi” – CG28
/in News en /da admin4675Nella giornata di ieri, 23 gennaio, si è tenuta la Conferenza Stampa di presentazione del 28° Capitolo Generale della Congregazione Salesiana (CG28) presso la Sede Centrale Salesiana a Roma, alla presenza del Rettor Maggiore, don Ángel Fernández Artime, del card. Cristóbal López Romero sdb arcivescovo di Rabat, di don Stefano Vanoli, regolatore dei lavori del 28° Capitolo Generale, e di don Giuseppe Costa sdb, giornalista e già Direttore della Libreria Editrice Vaticana.
Nella giornata di oggi, il quotidiano Avvenire dedica un articolo sul prossimo Capitolo Generale della Congregazione Salesiana con particolare riferimento alla presenza di alcuni ragazzi che saranno parte attiva dei lavori del Capitolo sul tema “Quali salesiani per i giovani d’oggi?“.
Si riporta di seguito l’articolo pubblicato in data odierna da Avvenire, a cura di Gianni Cardinale.
Salesiani per i giovani, oggi
A Valdocco (Torino) dal 16 febbraio al 4 aprile prossimi il 28° Capitolo generale
Tra le novità più importanti la partecipazione attiva ai lavori di alcuni ragazzi
(Roma – 24/01/2020 Pag. 22) – «Quali salesiani per i giovani d’oggi?». È questo il tema del 28° capitolo generale della Congregazione salesiana in programma a Torino dal 16 febbraio al 4 aprile.
Per il rettor maggiore don Angel Fernández Artime sarà l’occasione per individuare le priorità dei figli di don Bosco nel lavoro apostolico dei prossimi sei anni. Con due cardini specifici propri per questo Capitolo: la sintonizzazione con i giovani in un mondo che cambia a ritmi sempre più vertiginosi, e la consapevolezza di lavorare insieme con i laici in questa missione.
Ieri la presentazione dell’evento presso la Sede Centrale Salesiana a Roma, nell’opera del “Sacro Cuore”, coordinato da don Giuseppe Costa, giornalista e già direttore della Libreria Editrice Vaticana. Presenti, oltre al rettor maggiore, il cardinale Cristobal López Romero, arcivescovo di Rabat, e don Stefano Vanoli, Regolatore del Capitolo, che ha offerto alcuni dettagli sull’assise, tra cui la novità della presenza di alcuni giovani e laici che parteciperanno, in due diverse settimane, ai lavori.
Il capitolo si terrà a Valdocco.
ha spiegato don Fernández Artime, che ha ribadito l’impegno che contraddistingue i salesiani da sempre e che vuole essere mantenuto anche in futuro, quello di vivere il proprio carisma con concretezza e realismo, per ottenere sempre il massimo possibile in favore di tutti i giovani del mondo – cristiani, musulmani, induisti, agnostici… – e specialmente di quelli più poveri e privi di risorse. Soprattutto attraverso l’educazione.
Per il cardinale López Romero, che l’altra sera è stato ricevuto in udienza dal re del Marocco,
L’arcivescovo di Rabat, che papa Francesco ha onorato con la porpora nell’ultimo Concistoro, ha ricordato che i salesiani hanno
Citando il celebre invito di don Bosco a formare “buoni cristiani e onesti cittadini” il cardinale ha poi osservato che esso si applica felicemente anche nei contesti a maggioranza musulmana.
Don Bosco infatti «avrebbe assimilato il Concilio Vaticano II e lo avrebbe messo in pratica, evitando il proselitismo (che all’epoca era normale) e impegnandosi nell’ecumenismo e nel dialogo interreligioso».
Da sapere
Ordinariamente il Capitolo generale dei salesiani si raduna ogni sei anni per fare il punto della situazione, tracciare le linee per il sessennio successivo, ed eleggere il rettor maggiore e gli altri membri del Consiglio Generale. Quest’anno i capitolari saranno 243 tra aventi diritto di voto e in vitati. Lo spagnolo don Angel Fernandez Artime, 60 anni, è stato eletto rettor maggiore nel precedente Capitolo del 2014 ed è rieleggibile per un altro mandato.
La presenza dei «figli» di Don Bosco 14.618 i salesiani nel mondo (132 vescovi, 14.056 professi e 430 novizi) 1.392 coadiutori, con 28 diaconi permanenti, in 1.802 opere erette canonicamente 3.643 scuole e istituti con 940mila allievi e 68mila docenti e formatori 830 centri di formazione professionale, 200mila allievi e 15mila docenti.