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ADMA: 150 anni di vita
/in News en /da admin4675In occasione dei festeggiamenti dei 150 di vita dell’Associazione di Maria Ausiliatrice, ADMA, riportiamo due articoli pubblicati su due differenti riviste (Ed. San Paolo): Maria con te e Famiglia Cristiana.
MARIA NEI FATTI
“NOI, FAMIGLIE SOTTO IL MANTO DELLA MADONNA”
(Lorenzo Montanaro)
Famiglie sotto il manto della Vergine. L’Adma (Associazione di Maria Ausiliatrice) festeggia i suoi primi 150 anni, ma è più giovane che mai. E pur restando fedele allo spirito di don Bosco, che la fondò personalmente nel 1869, l’anno seguente alla consacrazione della chiesa di Maria Ausiliatrice a Torino, ha saputo rinnovarsi: un cambio di pelle radicale, grazie al quale l’associazione riesce a fronteggiare le tante sfide del presente. E a guardare al futuro con speranza, in una logica d’inclusione che, partendo da Torino, abbraccia l’Italia e i 5 continenti.
La nuova rotta, inaugurata a partire da una ventina d’anni, sta tutta in un’intuizione semplice quanto dirompente: fare delle famiglie il motore propulsivo.
ricorda don Pierluigi Cameroni, 63 anni, dal 2007 animatore spirituale dell’associazione.
Dai racconti di chi, per primo, ne ha fatto esperienza, emerge che il cammino si è svolto in modo assolutamente naturale, «senza grandi proclami, senza marketing o strategie».
Più di tutto, a contare, è stato il passaparola: un primo nucleo di famiglie, unito saldamente nella preghiera comune e nella condivisione, ha iniziato a invitare coppie di amici, che, trovandosi bene, hanno a loro volta esteso l’invito ad altre persone.
Oggi la sezione torinese dell’Adma, detta “la primaria”, appunto perché la più antica per fondazione, conta 200 iscritti ” ufficiali” e una marea di amici e simpatizzanti.
Agli ultimi esercizi spirituali comunitari, tenutisi lo scorso agosto a Pracharbon (Valle d’Aosta) hanno partecipato oltre 650 persone. Di tutte le età. Sì, perché i “senior” (per decenni ossatura dell’associazione) continuano ad avere un posto speciale, ma a loro si sono affiancati tanti giovani e giovanissimi, che hanno portato una ventata di freschezza.
dice don Cameroni.
Basta partecipare all’incontro di preghiera che si tiene ogni 24 del mese (giorno in cui il gruppo fa memoria di Maria Ausiliatrice) per averne un’idea. La chiesa di San Francesco di Sales (da lui il nome di “Salesiani”, che don Bosco volle dare alla sua congregazione), all’interno del grande complesso di Valdocco (là dove il sogno del “santo dei giovani” ha preso avvio) è gremita di gente. Come in famiglia, ci si saluta, ci si abbraccia. Poi, nel silenzio, l’adorazione eucaristica, le confessioni, i misteri del Rosario. E la dolcezza dei canti mariani. Quello di Torino, basato sulla centralità di famiglie e giovani, è un modello che sta prendendo piede in altre realtà italiane: in Lombardia ad esempio (soprattutto nelle province di Milano e di Brescia), in Valle d’Aosta, in Liguria (Genova e La Spezia), ma anche in Sicilia, dove peraltro l’Adma è da sempre molto radicata. Ma c’è uno sguardo che si estende ben oltre, fino a includere il mondo intero. L’associazione infatti è presente in 50 Paesi.
spiega Renato Valera, 46 anni, presidente Adma.
Circa 120.000 gli iscritti sparsi in tutto il pianeta, raccolti in 800 gruppi. Per dar voce a questa immensa ricchezza esistono momenti di incontro mondiale, come i Congressi di Maria Ausiliatrice, cui partecipa l’intera famiglia salesiana. Il prossimo si terrà dal 7 al 10 novembre a Buenos Aires (Argentina), prima destinazione dei missionari mandati da don Bosco, ma anche terra di papa Francesco (che non ha mai nascosto la sua affinità col mondo salesiano). Né supereroi, né “santini”.
ci spiega Valera.
03/10/2019
Pag. 18 N.40 – 6 ottobre 2019 Maria con te
ANNIVERSARI
«GRAZIE A MARIA SI RIM ANE SEMPRE GIOVANI»
«OFFRIAMO CAMMINI DI FEDE CHE ATTIRANO SEMPRE PIÙ NEOSPOSI E GENITORI CON FIGLI PICCOLI 0 ADOLESCENTI», DICONO RENATO, BARBARA E DON PIERLUIGI, RESPONSABILI DELL’ORGANISMO
(Lorenzo Montanaro)
Un volto fresco della Chiesa, I che sa guardare al domani e I parlare la lingua dei giovani, pur restando fedele alle I proprie radici. L’Adma (Associazione di Maria Ausiliatrice), fondata personalmente da don Giovanni Bosco nel 1869, l’anno seguente alla consacrazione della chiesa di Maria Ausiliatrice a Torino, festeggia 1 suoi primi 150 anni, ma è più giovane che mai. Ha cambiato pelle, inaugurando un nuovo stile, che mette al centro le famiglie. Dal capoluogo piemontese (cuore dell’esperienza salesiana) questo modello si va estendendo in diverse zone d’Italia e oltre, in una logica che abbraccia idealmente tutto il mondo.
L’associazione è diffusa in 50 Paesi sparsi nei cinque continenti, dagli Usa al Brasile, dall’India alle Filippine, passando per Corea e Indonesia: conta, in tutto, circa 120 mila iscritti. La sezione torinese di Valdocco (detta “la primaria”, perché la più antica per fondazione) ha da sempre un ruolo guida. Ed è proprio da qui che, una ventina d’anni fa, è partita la “piccola rivoluzione”. In passato, a tener viva l’associazione erano state principalmente persone adulte e anziane (spesso ex allievi salesiani o persone che avevano frequentato l’oratorio).
I “senior” hanno ancora oggi un posto importante, ma a loro si sono aggiunte tante famiglie con bambini e giovani che hanno portato una ventata di novità.
Tutto è partito da un nucleo di coppie, molto affiatate, che si ritrovavano assiduamente per la preghiera e la condivisione. Nel tempo sono stati coinvolti alcuni amici che, trovandosi bene, hanno a loro volta esteso l’invito. Così, grazie al passaparola, il gruppo si è ingrandito. Attualmente “la primaria” conta circa 200 iscritti “ufficiali”, affiancati da un gran numero di simpatizzanti e amici. Agli ultimi esercizi spirituali comunitari, tenutisi tra luglio e agosto a Pracharbon (in Valle d’Aosta), hanno partecipato oltre 650 persone.
racconta Renato Valera, (46 anni, lavora nel settore informatico), presidente mondiale dell’Adina. Né supereroi, né “santini”.
Per volere di don Bosco, l’Adma aveva tra i suoi obiettivi quello di “custodire la fede del popolo”, diffondendo l’amore per Gesù Eucaristia e la devozione a Maria Ausiliatrice, le “due colonne” care al Santo dei giovani.
Oggi «è proprio all’interno della famiglia che le nuove generazioni possono respirare questa dimensione di fede popolare», spiega don Pierluigi Cameroni, 63 anni, dal 2007 animatore spirituale dell’associazione. L’esperienza inaugurata a Valdocco ha tra i suoi pregi quello di «favorire un vitale confronto tra le generazioni». Per averne un’idea basta frequentare uno dei momenti di preghiera, come quelli che si tengono ogni 24 del mese (giorno in cui il gruppo fa memoria di Maria Ausiliatrice) nella chiesa di San Francesco di Sales (da lui il nome di Salesiani, dato da don Bosco alla sua congregazione). Proprio come in famiglia, ci sono il bambino e il nonno, la coppia di fidanzati e i genitori adulti.
Un modello “familiare” che sta prendendo piede anche in altre realtà italiane: in Lombardia, per esempio (soprattutto ad Arese, in provincia di Milano, e bel Bresciano) in Valle d’Aosta, Liguria e in Sicilia.
Per valorizzare questa dimensione universale, che va oltre l’Italia, esistono i Congressi di Maria Ausiliatrice, cui partecipa l’intera famiglia salesiana. Il prossimo si terrà dal 7 al 10 novembre a Buenos Aires (Argentina), prima destinazione dei missionari mandati da don Bosco, ma anche terra di papa Francesco (che non ha mai nascosto la sua riconoscenza per il mondo salesiano che ha inciso sulla sua formazione). L’appuntamento argentino è preceduto da un altro importante incontro domenica 6 ottobre a Valdocco: partecipa il Rettor maggiore, don Àngel Fernandez Artime.
03/10/2019
Pag. 70 N.40 – 6 ottobre 2019
ADMA: 150 anni di vita
/in News /da admin4675In occasione dei festeggiamenti dei 150 di vita dell’Associazione di Maria Ausiliatrice, ADMA, riportiamo due articoli pubblicati su due differenti riviste (Ed. San Paolo): Maria con te e Famiglia Cristiana.
MARIA NEI FATTI
“NOI, FAMIGLIE SOTTO IL MANTO DELLA MADONNA”
(Lorenzo Montanaro)
Famiglie sotto il manto della Vergine. L’Adma (Associazione di Maria Ausiliatrice) festeggia i suoi primi 150 anni, ma è più giovane che mai. E pur restando fedele allo spirito di don Bosco, che la fondò personalmente nel 1869, l’anno seguente alla consacrazione della chiesa di Maria Ausiliatrice a Torino, ha saputo rinnovarsi: un cambio di pelle radicale, grazie al quale l’associazione riesce a fronteggiare le tante sfide del presente. E a guardare al futuro con speranza, in una logica d’inclusione che, partendo da Torino, abbraccia l’Italia e i 5 continenti.
La nuova rotta, inaugurata a partire da una ventina d’anni, sta tutta in un’intuizione semplice quanto dirompente: fare delle famiglie il motore propulsivo.
ricorda don Pierluigi Cameroni, 63 anni, dal 2007 animatore spirituale dell’associazione.
Dai racconti di chi, per primo, ne ha fatto esperienza, emerge che il cammino si è svolto in modo assolutamente naturale, «senza grandi proclami, senza marketing o strategie».
Più di tutto, a contare, è stato il passaparola: un primo nucleo di famiglie, unito saldamente nella preghiera comune e nella condivisione, ha iniziato a invitare coppie di amici, che, trovandosi bene, hanno a loro volta esteso l’invito ad altre persone.
Oggi la sezione torinese dell’Adma, detta “la primaria”, appunto perché la più antica per fondazione, conta 200 iscritti ” ufficiali” e una marea di amici e simpatizzanti.
Agli ultimi esercizi spirituali comunitari, tenutisi lo scorso agosto a Pracharbon (Valle d’Aosta) hanno partecipato oltre 650 persone. Di tutte le età. Sì, perché i “senior” (per decenni ossatura dell’associazione) continuano ad avere un posto speciale, ma a loro si sono affiancati tanti giovani e giovanissimi, che hanno portato una ventata di freschezza.
dice don Cameroni.
Basta partecipare all’incontro di preghiera che si tiene ogni 24 del mese (giorno in cui il gruppo fa memoria di Maria Ausiliatrice) per averne un’idea. La chiesa di San Francesco di Sales (da lui il nome di “Salesiani”, che don Bosco volle dare alla sua congregazione), all’interno del grande complesso di Valdocco (là dove il sogno del “santo dei giovani” ha preso avvio) è gremita di gente. Come in famiglia, ci si saluta, ci si abbraccia. Poi, nel silenzio, l’adorazione eucaristica, le confessioni, i misteri del Rosario. E la dolcezza dei canti mariani. Quello di Torino, basato sulla centralità di famiglie e giovani, è un modello che sta prendendo piede in altre realtà italiane: in Lombardia ad esempio (soprattutto nelle province di Milano e di Brescia), in Valle d’Aosta, in Liguria (Genova e La Spezia), ma anche in Sicilia, dove peraltro l’Adma è da sempre molto radicata. Ma c’è uno sguardo che si estende ben oltre, fino a includere il mondo intero. L’associazione infatti è presente in 50 Paesi.
spiega Renato Valera, 46 anni, presidente Adma.
Circa 120.000 gli iscritti sparsi in tutto il pianeta, raccolti in 800 gruppi. Per dar voce a questa immensa ricchezza esistono momenti di incontro mondiale, come i Congressi di Maria Ausiliatrice, cui partecipa l’intera famiglia salesiana. Il prossimo si terrà dal 7 al 10 novembre a Buenos Aires (Argentina), prima destinazione dei missionari mandati da don Bosco, ma anche terra di papa Francesco (che non ha mai nascosto la sua affinità col mondo salesiano). Né supereroi, né “santini”.
ci spiega Valera.
03/10/2019
Pag. 18 N.40 – 6 ottobre 2019 Maria con te
ANNIVERSARI
«GRAZIE A MARIA SI RIM ANE SEMPRE GIOVANI»
«OFFRIAMO CAMMINI DI FEDE CHE ATTIRANO SEMPRE PIÙ NEOSPOSI E GENITORI CON FIGLI PICCOLI 0 ADOLESCENTI», DICONO RENATO, BARBARA E DON PIERLUIGI, RESPONSABILI DELL’ORGANISMO
(Lorenzo Montanaro)
Un volto fresco della Chiesa, I che sa guardare al domani e I parlare la lingua dei giovani, pur restando fedele alle I proprie radici. L’Adma (Associazione di Maria Ausiliatrice), fondata personalmente da don Giovanni Bosco nel 1869, l’anno seguente alla consacrazione della chiesa di Maria Ausiliatrice a Torino, festeggia 1 suoi primi 150 anni, ma è più giovane che mai. Ha cambiato pelle, inaugurando un nuovo stile, che mette al centro le famiglie. Dal capoluogo piemontese (cuore dell’esperienza salesiana) questo modello si va estendendo in diverse zone d’Italia e oltre, in una logica che abbraccia idealmente tutto il mondo.
L’associazione è diffusa in 50 Paesi sparsi nei cinque continenti, dagli Usa al Brasile, dall’India alle Filippine, passando per Corea e Indonesia: conta, in tutto, circa 120 mila iscritti. La sezione torinese di Valdocco (detta “la primaria”, perché la più antica per fondazione) ha da sempre un ruolo guida. Ed è proprio da qui che, una ventina d’anni fa, è partita la “piccola rivoluzione”. In passato, a tener viva l’associazione erano state principalmente persone adulte e anziane (spesso ex allievi salesiani o persone che avevano frequentato l’oratorio).
I “senior” hanno ancora oggi un posto importante, ma a loro si sono aggiunte tante famiglie con bambini e giovani che hanno portato una ventata di novità.
Tutto è partito da un nucleo di coppie, molto affiatate, che si ritrovavano assiduamente per la preghiera e la condivisione. Nel tempo sono stati coinvolti alcuni amici che, trovandosi bene, hanno a loro volta esteso l’invito. Così, grazie al passaparola, il gruppo si è ingrandito. Attualmente “la primaria” conta circa 200 iscritti “ufficiali”, affiancati da un gran numero di simpatizzanti e amici. Agli ultimi esercizi spirituali comunitari, tenutisi tra luglio e agosto a Pracharbon (in Valle d’Aosta), hanno partecipato oltre 650 persone.
racconta Renato Valera, (46 anni, lavora nel settore informatico), presidente mondiale dell’Adina. Né supereroi, né “santini”.
Per volere di don Bosco, l’Adma aveva tra i suoi obiettivi quello di “custodire la fede del popolo”, diffondendo l’amore per Gesù Eucaristia e la devozione a Maria Ausiliatrice, le “due colonne” care al Santo dei giovani.
Oggi «è proprio all’interno della famiglia che le nuove generazioni possono respirare questa dimensione di fede popolare», spiega don Pierluigi Cameroni, 63 anni, dal 2007 animatore spirituale dell’associazione. L’esperienza inaugurata a Valdocco ha tra i suoi pregi quello di «favorire un vitale confronto tra le generazioni». Per averne un’idea basta frequentare uno dei momenti di preghiera, come quelli che si tengono ogni 24 del mese (giorno in cui il gruppo fa memoria di Maria Ausiliatrice) nella chiesa di San Francesco di Sales (da lui il nome di Salesiani, dato da don Bosco alla sua congregazione). Proprio come in famiglia, ci sono il bambino e il nonno, la coppia di fidanzati e i genitori adulti.
Un modello “familiare” che sta prendendo piede anche in altre realtà italiane: in Lombardia, per esempio (soprattutto ad Arese, in provincia di Milano, e bel Bresciano) in Valle d’Aosta, Liguria e in Sicilia.
Per valorizzare questa dimensione universale, che va oltre l’Italia, esistono i Congressi di Maria Ausiliatrice, cui partecipa l’intera famiglia salesiana. Il prossimo si terrà dal 7 al 10 novembre a Buenos Aires (Argentina), prima destinazione dei missionari mandati da don Bosco, ma anche terra di papa Francesco (che non ha mai nascosto la sua riconoscenza per il mondo salesiano che ha inciso sulla sua formazione). L’appuntamento argentino è preceduto da un altro importante incontro domenica 6 ottobre a Valdocco: partecipa il Rettor maggiore, don Àngel Fernandez Artime.
03/10/2019
Pag. 70 N.40 – 6 ottobre 2019
Inaugurato il Museo Etnografico Missioni Don Bosco a Valdocco dal Rettor Maggiore
/in News en /da admin4675Sabato 28 settembre è stato inaugurato il nuovo Museo Etnografico Missioni Don Bosco a Valdocco. Si riporta di seguito il comunicato stampa dell’evento.
Alla “casa madre” della congregazione a Torino
Inaugurato oggi Il Museo Etnologico Missioni Don Bosco dal Rettor Maggiore dei salesiani, don Ángel F. Artime
Presenti oltre 200 persone, molti giovani, insieme con i nuovi missionari in partenza domani
Un nuovo spazio museale a Torino, ponte verso il resto del mondo per il suo contenuto, testimonianza di un dinamismo culturale scaturito fra i giovani del primo oratorio di Valdocco. È il Museo Etnografico Don Bosco che oggi pomeriggio è stato aperto al pubblico con una breve cerimonia alla quale ha partecipato il Rettor Maggiore dei salesiani, don Ángel Fernández Artime.
ha spiegato il presidente di Missioni Don Bosco, Giampietro Pettenon, ispiratore e sostenitore dell’iniziativa museale.
“Dice le realtà dei popoli che abbiamo incontrati negli anni e cosa facciamo nelle loro terre. Il racconto” ha sottolineato “è il motore della Provvidenza, perché suscita attenzione verso i più lontani e promuove solidarietà.
I pellegrini che frequenteranno la basilica di Maria Ausiliatrice troveranno anche in questo spazio una sorta di “reliquiario”, per due ragioni:
– le teche e gli armadi che contengono gli oggetti esposti provengono dalle camerette di Don Bosco a Valdocco, spazio della memoria dedicato al santo nella prima metà del ‘900;
– quanto oggi mostrato ai visitatori sono oggetti che appartengono al cuore di popoli che Dio ama: alla loro vita quotidiana, alla loro spiritualità, alle loro relazioni”.
Don Artime ha collegato questa memoria del passato con l’attualità della partenza (che avverrà domani per la 150° volta) di nuovi missionari, anch’essi presenti all’inaugurazione. “Sono queste persone, siete voi che qui partecipate, a dare continuità all’opera di Don Bosco. «Da solo non sarei riuscito a fare grandi cose» diceva il nostro fondatore. Anche in questo tempo sono donne e uomini come voi che fanno sì che il progetto vada avanti”.
Elisabetta Gatto, antropologa di Missioni Don Bosco, e Massimo Chiappetta, allestitore del museo, hanno spiegato le caratteristiche della nuova proposta, che è contenuta in un piccolo spazio che – anche attraverso soluzioni espositive originali – è capace di proiettare l’attenzione verso i cinque continenti.
Spesso le esplorazioni e le visite dei missionari sono state accompagnate fin dai primi tempi con riprese, prima cinematografiche poi audiovisive. Una scelta di brani da quei documentari è presente nel nuovo museo, proiettati all’interno dei tabelloni che indicano il contenuto delle teche.
Infine su un grande schermo interattivo è possibile fare il giro del mondo con pochi clic e constatare l’attualità della presenza missionaria salesiana nel mondo: incontri con popolazioni e realtà tradizionalmente “vicine” ma anche con quelle più distanti non solo dal punto di vista geografico ma anche culturale. Il filo conduttore sono i progetti, quelli consolidati e quelli in corso di completamento, che Missioni Don Bosco sostiene grazie all’aiuto dei benefattori.
Il museo sarà aperto tutti i giorni, festivi compresi, dalle 8 alle 18 (l’orario sarà adattabile alle esigenze speciali di gruppi di visitatori, comprese le scolaresche). La visita può essere assistita da audioguide disponibili all’ingresso di Missioni Don Bosco.
Domani, domenica 29 settembre, Elisabetta Gatto condurrà due visite guidate, alle ore 9.00 e alle ore 10.30; da lunedì 30 settembre il servizio sarà reso dal personale di Missioni Don Bosco.
Ringraziamo per la cortese attenzione, mentre ci auguriamo di poterVi accompagnare nella visita al Museo Etnografico Missioni Don Bosco.
Cordiali saluti,
Antonio R. Labanca
Rivivi il momento:
Inaugurato il Museo Etnografico Missioni Don Bosco a Valdocco dal Rettor Maggiore
/in News /da admin4675Sabato 28 settembre è stato inaugurato il nuovo Museo Etnografico Missioni Don Bosco a Valdocco. Si riporta di seguito il comunicato stampa dell’evento.
Alla “casa madre” della congregazione a Torino
Inaugurato oggi Il Museo Etnologico Missioni Don Bosco dal Rettor Maggiore dei salesiani, don Ángel F. Artime
Presenti oltre 200 persone, molti giovani, insieme con i nuovi missionari in partenza domani
Un nuovo spazio museale a Torino, ponte verso il resto del mondo per il suo contenuto, testimonianza di un dinamismo culturale scaturito fra i giovani del primo oratorio di Valdocco. È il Museo Etnografico Don Bosco che oggi pomeriggio è stato aperto al pubblico con una breve cerimonia alla quale ha partecipato il Rettor Maggiore dei salesiani, don Ángel Fernández Artime.
ha spiegato il presidente di Missioni Don Bosco, Giampietro Pettenon, ispiratore e sostenitore dell’iniziativa museale.
“Dice le realtà dei popoli che abbiamo incontrati negli anni e cosa facciamo nelle loro terre. Il racconto” ha sottolineato “è il motore della Provvidenza, perché suscita attenzione verso i più lontani e promuove solidarietà.
I pellegrini che frequenteranno la basilica di Maria Ausiliatrice troveranno anche in questo spazio una sorta di “reliquiario”, per due ragioni:
– le teche e gli armadi che contengono gli oggetti esposti provengono dalle camerette di Don Bosco a Valdocco, spazio della memoria dedicato al santo nella prima metà del ‘900;
– quanto oggi mostrato ai visitatori sono oggetti che appartengono al cuore di popoli che Dio ama: alla loro vita quotidiana, alla loro spiritualità, alle loro relazioni”.
Don Artime ha collegato questa memoria del passato con l’attualità della partenza (che avverrà domani per la 150° volta) di nuovi missionari, anch’essi presenti all’inaugurazione. “Sono queste persone, siete voi che qui partecipate, a dare continuità all’opera di Don Bosco. «Da solo non sarei riuscito a fare grandi cose» diceva il nostro fondatore. Anche in questo tempo sono donne e uomini come voi che fanno sì che il progetto vada avanti”.
Elisabetta Gatto, antropologa di Missioni Don Bosco, e Massimo Chiappetta, allestitore del museo, hanno spiegato le caratteristiche della nuova proposta, che è contenuta in un piccolo spazio che – anche attraverso soluzioni espositive originali – è capace di proiettare l’attenzione verso i cinque continenti.
Spesso le esplorazioni e le visite dei missionari sono state accompagnate fin dai primi tempi con riprese, prima cinematografiche poi audiovisive. Una scelta di brani da quei documentari è presente nel nuovo museo, proiettati all’interno dei tabelloni che indicano il contenuto delle teche.
Infine su un grande schermo interattivo è possibile fare il giro del mondo con pochi clic e constatare l’attualità della presenza missionaria salesiana nel mondo: incontri con popolazioni e realtà tradizionalmente “vicine” ma anche con quelle più distanti non solo dal punto di vista geografico ma anche culturale. Il filo conduttore sono i progetti, quelli consolidati e quelli in corso di completamento, che Missioni Don Bosco sostiene grazie all’aiuto dei benefattori.
Il museo sarà aperto tutti i giorni, festivi compresi, dalle 8 alle 18 (l’orario sarà adattabile alle esigenze speciali di gruppi di visitatori, comprese le scolaresche). La visita può essere assistita da audioguide disponibili all’ingresso di Missioni Don Bosco.
Domani, domenica 29 settembre, Elisabetta Gatto condurrà due visite guidate, alle ore 9.00 e alle ore 10.30; da lunedì 30 settembre il servizio sarà reso dal personale di Missioni Don Bosco.
Ringraziamo per la cortese attenzione, mentre ci auguriamo di poterVi accompagnare nella visita al Museo Etnografico Missioni Don Bosco.
Cordiali saluti,
Antonio R. Labanca
Rivivi il momento:
Celebrazione della 150° Spedizione Missionaria – Harambée 2019
/in News en /da admin4675Si riporta l’articolo pubblicato dall’Agenzia d’Informazione Salesiana ANS in merito alla celebrazione dell’Harambée 2019 e la 150° Spedizione Missionaria che si è svolta lo scorso weekend a Valdocco.
(ANS – Torino) – Il Rettor Maggiore dei Salesiani, Don Ángel Fernández Artime, ha presieduto ieri, 29 settembre, la celebrazione eucaristica della 150° Spedizione Missionaria, durante la quale ha consegnato la croce missionaria a 36 salesiani e 13 Figlie di Maria Ausiliatrice, alla presenza del suo Vicario, don Francesco Cereda, del Consigliere Generale per le Missioni, don Guillermo Basañes, la Madre Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice, Madre Yvonne Reungoat e suor Alaíde Deretti, Consigliera per le Missioni.
Il Rettor Maggiore di fronte alla statua di Don Bosco nel cortile della Basilica di Maria Ausiliatrice, insieme ai 36 neo-missionari SDB della 150° Spedizione, ha iniziato a preparare il terreno per lanciare l’appello missionario per il 2019, che farà, come ogni anno, per la festa dell’Immacolata, l’8 dicembre. Attorniato dai missionari salesiani della 150° Spedizione, il Rettor Maggiore ha voluto lanciare un appello a tutti i salesiani del mondo, da questo cortile che ha visto gli inizi della nostra famiglia ed il consolidarsi del carisma salesiano.
Il momento immediatamente precedente ha visto, nel teatro dell’Oratorio di Valdocco, la presentazione molto giovanile e mediatica delle 12 neo-missionarie FMA, da parte di suor Alaíde Deretti, Consigliera per le Missioni, e dei 36 neo-missionari SDB, da parte di don Guillermo Basañes, Consigliere Generale per le Missioni), in tre gruppi di “12 apostoli”. Molto vivaci le interviste registrate di alcune missionarie ed alcuni missionari. L’evento è stato trasmesso in diretta da Rete 7 e su vari canali Facebook.
Nella celebrazione eucaristica, durante l’omelia, il Rettor Maggiore ha sottolineato il fatto che oggi è un giorno di grande festa per la Congregazione, l’Istituto e per la Chiesa, in questa 150° Spedizione Missionaria, 144 anni dopo la prima spedizione del 1875, senza interruzioni, anche durante i due terribili conflitti mondiali.
Don Á.F. Artime ha evidenziato un punto interessante. Nell’ufficio del Consigliere per le Missioni, si trova il Libro dei Missionari, che registra 9.542 missionari salesiani inviati dai Rettori Maggiori, da questa Basilica, nelle 150 Spedizioni… Pare che il numero reale totale degli inviati sia più di 10.400. Le nostre Congregazioni sono riconosciute per l’educazione e l’evangelizzazione dei giovani… Però, con tali numeri, siamo davvero un Istituto ed una Congregazione missionari. Il fuoco d’amore per Gesù non ci ha permesso di restare chiusi tra quattro mura.
Il punto più importante è proprio che Gesù si trova al centro della nostra vita: Dio ci chiama e ci invia… per condividere la vita, per donare… Per testimoniare Gesù con la vita, con l’esempio della carità, con un grande rispetto per la diversità di ognuno…
La risposta salesiana al mese missionario straordinario – ottobre 2019, lanciato da Papa Francesco, è questo invio missionario, per arricchire la presenza di Gesù in tutti i continenti, meno l’Australia questa volta.
Il Rettor Maggiore, durante l’omelia, ha poi presentato tre esempi di testimoni particolari, poiché il mondo vuole testimoni e non docenti/insegnanti.
Mons. Marcello Melani: italiano di origine, per tanti anni missionario in Argentina. Una volta concluso il suo servizio come vescovo in Patagonia (diocesi di Neuquén), è tornato all’Ispettoria a cui apparteneva ed ha fatto il parroco ed il catechista. Si è sentito pronto a rispondere all’appello del Papa e del Rettor Maggiore, e la sua disponibilità è stata accolta. Andrà in Perù.
Don Bashir Souccar: siriano, 71 anni, esperto nel fare oratorio con i musulmani. Dall’Ispettoria MOR si è reso disponibile e andrà in Tunisia… a portare la gioia dell’oratorio, specialmente tra i giovani musulmani.
Don Germain Plakoo-Mlapa: togolese, è stato presente al martirio sia di don César Antonio Fernández (febbraio 2019) che di don Fernando Hernández (in maggio 2019), avvenuti in Burkina Faso, era accanto a entrambi… Non sa perché non sia stato ucciso anche lui. Ora è qui, sta recuperando ed ha il cuore pieno di serenità e pace, perché ha saputo perdonare e continua a vivere con il cuore pieno di Gesù e del suo amore.
Ecco la testimonianza di vita al di là delle parole.
di don Gianni Rolandi, sdb
Rivivi il momento:
Celebrazione della 150° Spedizione Missionaria – Harambée 2019
/in News /da admin4675Si riporta l’articolo pubblicato dall’Agenzia d’Informazione Salesiana ANS in merito alla celebrazione dell’Harambée 2019 e la 150° Spedizione Missionaria che si è svolta lo scorso weekend a Valdocco.
(ANS – Torino) – Il Rettor Maggiore dei Salesiani, Don Ángel Fernández Artime, ha presieduto ieri, 29 settembre, la celebrazione eucaristica della 150° Spedizione Missionaria, durante la quale ha consegnato la croce missionaria a 36 salesiani e 13 Figlie di Maria Ausiliatrice, alla presenza del suo Vicario, don Francesco Cereda, del Consigliere Generale per le Missioni, don Guillermo Basañes, la Madre Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice, Madre Yvonne Reungoat e suor Alaíde Deretti, Consigliera per le Missioni.
Il Rettor Maggiore di fronte alla statua di Don Bosco nel cortile della Basilica di Maria Ausiliatrice, insieme ai 36 neo-missionari SDB della 150° Spedizione, ha iniziato a preparare il terreno per lanciare l’appello missionario per il 2019, che farà, come ogni anno, per la festa dell’Immacolata, l’8 dicembre. Attorniato dai missionari salesiani della 150° Spedizione, il Rettor Maggiore ha voluto lanciare un appello a tutti i salesiani del mondo, da questo cortile che ha visto gli inizi della nostra famiglia ed il consolidarsi del carisma salesiano.
Il momento immediatamente precedente ha visto, nel teatro dell’Oratorio di Valdocco, la presentazione molto giovanile e mediatica delle 12 neo-missionarie FMA, da parte di suor Alaíde Deretti, Consigliera per le Missioni, e dei 36 neo-missionari SDB, da parte di don Guillermo Basañes, Consigliere Generale per le Missioni), in tre gruppi di “12 apostoli”. Molto vivaci le interviste registrate di alcune missionarie ed alcuni missionari. L’evento è stato trasmesso in diretta da Rete 7 e su vari canali Facebook.
Nella celebrazione eucaristica, durante l’omelia, il Rettor Maggiore ha sottolineato il fatto che oggi è un giorno di grande festa per la Congregazione, l’Istituto e per la Chiesa, in questa 150° Spedizione Missionaria, 144 anni dopo la prima spedizione del 1875, senza interruzioni, anche durante i due terribili conflitti mondiali.
Don Á.F. Artime ha evidenziato un punto interessante. Nell’ufficio del Consigliere per le Missioni, si trova il Libro dei Missionari, che registra 9.542 missionari salesiani inviati dai Rettori Maggiori, da questa Basilica, nelle 150 Spedizioni… Pare che il numero reale totale degli inviati sia più di 10.400. Le nostre Congregazioni sono riconosciute per l’educazione e l’evangelizzazione dei giovani… Però, con tali numeri, siamo davvero un Istituto ed una Congregazione missionari. Il fuoco d’amore per Gesù non ci ha permesso di restare chiusi tra quattro mura.
Il punto più importante è proprio che Gesù si trova al centro della nostra vita: Dio ci chiama e ci invia… per condividere la vita, per donare… Per testimoniare Gesù con la vita, con l’esempio della carità, con un grande rispetto per la diversità di ognuno…
La risposta salesiana al mese missionario straordinario – ottobre 2019, lanciato da Papa Francesco, è questo invio missionario, per arricchire la presenza di Gesù in tutti i continenti, meno l’Australia questa volta.
Il Rettor Maggiore, durante l’omelia, ha poi presentato tre esempi di testimoni particolari, poiché il mondo vuole testimoni e non docenti/insegnanti.
Mons. Marcello Melani: italiano di origine, per tanti anni missionario in Argentina. Una volta concluso il suo servizio come vescovo in Patagonia (diocesi di Neuquén), è tornato all’Ispettoria a cui apparteneva ed ha fatto il parroco ed il catechista. Si è sentito pronto a rispondere all’appello del Papa e del Rettor Maggiore, e la sua disponibilità è stata accolta. Andrà in Perù.
Don Bashir Souccar: siriano, 71 anni, esperto nel fare oratorio con i musulmani. Dall’Ispettoria MOR si è reso disponibile e andrà in Tunisia… a portare la gioia dell’oratorio, specialmente tra i giovani musulmani.
Don Germain Plakoo-Mlapa: togolese, è stato presente al martirio sia di don César Antonio Fernández (febbraio 2019) che di don Fernando Hernández (in maggio 2019), avvenuti in Burkina Faso, era accanto a entrambi… Non sa perché non sia stato ucciso anche lui. Ora è qui, sta recuperando ed ha il cuore pieno di serenità e pace, perché ha saputo perdonare e continua a vivere con il cuore pieno di Gesù e del suo amore.
Ecco la testimonianza di vita al di là delle parole.
di don Gianni Rolandi, sdb
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