La libreria di Valdocco resta aperta!

Nelle prossime settimane, interessate dalle misure di prevenzione sanitaria, la libreria di Valdocco resta aperta, nella convinzione che i libri possano esser “buoni amici” proprio di questi tempi.

“Di questo noi siamo profondamente convinti: se penseremo che la via è tornare indietro saremo travolti dalla frustrazione, dalla rabbia, dalla depressione. L’unico modo per andare avanti è quello di adottare uno spirito trasformativo, nella decisa convinzione che questo sia il momento buono per avviare un nuovo ciclo storico che possa orientare il secolo che abbiamo appena cominciato a vivere” – (Chiara Giaccardi – Mauro Magatti, NELLA FINE E’ L’INIZIO. IN CHE MONDO VIVREMO)

Orario di apertura:

Lunedì – Venerdì
9:00 – 17:30

Sabato
9:00 – 18:30

Domenica
8:45 – 18:30

Per info:

mail: libreria@31gennaio.net – tel: 0115224244 – whatsapp: 3891091517

Adorazione permanente nella Cappella Pinardi di Valdocco

Il 24 ottobre scorso, commemorazione di Maria Ausiliatrice, è iniziata ufficialmente l’adorazione permanente del Santissimo Sacramento presso la Cappella Pinardi di Valdocco.

Dalle 8:30 alle 20:30 la Cappella Pinardi resterà aperta per coloro che cercano a Valdocco un luogo di preghiera silenzioso alla presenza del Signore.

(Fonte: Info ANS)

Un museo completamente rinnovato – Famiglia Cristiana

Si riporta di seguito l’articolo pubblicato da Famiglia Cristiana dedicato all’inaugurazione del Museo Casa Don Bosco, a cura di Lorenzo Montanaro.

UN MUSEO COMPLETAMENTE RINNOVATO RACCONTA IL SANTO DEI GIOVANI
(17/10/2020) – A Valdocco. Una parte di questo patrimonio, le cosiddette “camerette di don Bosco”, era già aperta al pubblico. Quello appena inaugurato, però, è un progetto di più ampio respiro, che indaga le origini della congregazione salesiana, iniziando da quando, in quello che è oggi il complesso di Maria Ausiliatrice, per accogliere i ragazzi non c’ era che un’ umile tettoia.

In fondo alla stanza, sulla sinistra, c’ è uno scrittoio: su quell’ umile piano di legno sono nate le pagine fondative del carisma salesiano. Al lato opposto della camera si trova il letto in ferro battuto, così poco usato (pare non più di un paio d’ ore per notte), eppure capace di accogliere sogni visionari e profetici. Poi, la “cattedra della buona notte” e la finestra sul cortile di Valdocco, dove generazioni di ragazzi di ieri e di oggi sono cresciuti, preparandosi per diventare “buoni cristiani e onesti cittadini”. Apre i battenti, nel cuore di Torino, il nuovo “museo casa don Bosco”. Il nome dice già tutto. L’ idea è di portate il visitatore a contatto con la quotidianità del santo dei giovani, mostrando i suoi ambienti di vita, gli oggetti semplici che ne hanno accompagnato l’ esistenza, le persone che gli sono state accanto: sua madre, Margherita Occhiena, nota più semplicemente come “mamma Margherita”, riconosciuta venerabile dalla Chiesa, ma anche ragazzi come Domenico Savio, a loro volta protagonisti di storie di santità.

Una parte di questo patrimonio, le cosiddette “camerette di don Bosco”, era già aperta al pubblico. Quello appena inaugurato, però, è un progetto di più ampio respiro, che indaga le origini della congregazione salesiana, iniziando da quando, a Valdocco, per accogliere i ragazzi non c’ era che un’ umile tettoia. 4.000 metri quadri di allestimento, organizzati in 27 spazi espositivi, raccontano una storia unica e sempre capace di emozionare, perché, come ha ricordato il rettor maggiore dei Salesiani, don Angel Fernandez Artime, «il cuore di don Bosco è attuale oggi come lo era 150 anni fa. Osservando questi spazi con sguardo profondo, vi si coglie una pedagogia, una scuola di umanità, una scuola di santità». Il nuovo museo apre al pubblico vari ambienti che finora non erano visitabili, come i sotterranei di Valdocco, restaurati ponendo grande attenzione al recupero dell’ aspetto originario. Vi si leggono gli sforzi di una comunità in crescita, tra fatiche, ostacoli e speranze. Commovente, ad esempio, lo spazio dell’ antico refettorio, dove si possono ancora osservare i muri fatti con le pietre portate dai primi ragazzi di don Bosco, desiderosi di aiutare il sacerdote a far crescere l’ edificio.

Progettato dall’architetto Sergio Sabbadini e dal museografo Massimo Chiappetta, l’ allestimento non si limita alla figura del fondatore ma offre una visione allargata sul mondo salesiano, compresa la dimensione missionario, in un costante dialogo tra passato e presente. «Questo luogo, così prezioso per la nostra comunità, si fa museo, continuando però a restare una casa» ha sottolineato la direttrice Stefania De Vita.

Nei giorni scorsi “casa don Bosco” è stata inaugurata ufficialmente, alla presenza delle autorità religiose e civili di Torino e del Piemonte. Ha partecipato anche il critico d’ arte e politico Vittorio Sgarbi, che, dopo aver inanellato qualche aneddoto relativo alla sua gioventù di «indisciplinato studente in un collegio salesiano», ha sottolineato il valore del museo, capace di restituire, con immediatezza, la dimensione più quotidiana dell’ esistenza del santo.

Per maggiori informazioni www.museocasadonbosco.it

Museo Casa Don Bosco: “Una perla preziosa che testimonierà la grandezza di Don Bosco”

Le giornate di inaugurazione del Museo Casa Don Bosco. Si riporta di seguito l’articolo oggi pubblicato dall’Agenzia d’Informazione Salesiana ANS in merito all’evento.

Aperto il Museo Casa Don Bosco: “Una perla preziosa che testimonierà la grandezza di Don Bosco”

(Torino, 6 ottobre 2020) – Il Capitolo Generale 27° chiese al Superiore Generale della Congregazione Salesiana, il Rettor Maggiore, e al suo Consiglio, di prendere in mano i Luoghi Salesiani e farne qualcosa di speciale per il mondo salesiano. Quella consegna ha dato origine ad una realtà nuova: il Museo Casa Don Bosco, inaugurato solennemente a Torino-Valdocco, con tre giorni di eventi, nello scorso fine-settimana.

Al posto delle “Camerette di Don Bosco”, dove si poteva osservare la presenza di Don Bosco a Valdocco, oggi i visitatori possono conoscere nei dettagli la realtà della Tettoia e di Casa Pinardi, il primo insediamento dell’Oratorio di Don Bosco. “Qui, in questi ambienti, sono è nata una pedagogia che ha cambiato la vita dei ragazzi di Don Bosco, qui sono passate 11 persone che oggi la Chiesa riconosce come venerabili, beati o santi: questo vuol dire che Valdocco è stata una scuola di umanità e di santità e noi vogliamo trasmettere questo patrimonio al mondo”, ha detto il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime nella conferenza stampa di presentazione del nuovo museo.

Sempre il Rettor Maggiore ha poi comunicato che, nell’ottica di valorizzazione di Valdocco come custode della memoria storica salesiana, i documenti più importanti delle origini della Congregazione saranno trasferiti dall’Archivio Centrale al Museo Casa Don Bosco.

Su ANSFlickr (2 ottobre3 ottobre4 ottobre) e su ANSChannel sono disponibili foto e video degli eventi.

La Direttrice del Museo Casa Don Bosco: “Sarà una casa dove trovare fede, spiritualità, arte, cultura”

Dal 2 al 4 ottobre, a Valdocco, ci sarà l’inaugurazione del Museo “Casa Don Bosco”: pubblichiamo l’intervista di ANS alla direttrice del museo, Stefania De Vita.

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(ANS – Torino) – Stefania De Vita è la direttrice del Museo “Casa Don Bosco” di Valdocco, a Torino, che sarà inaugurato il 4 ottobre prossimo. La incontriamo a pochi giorni dal ciclo di eventi che segneranno questa importante apertura. Tra le chiamate telefoniche che le arrivano da ogni angolo d’Italia e gli annunci di presenze istituzionali che le porta il responsabile dell’accoglienza di Valdocco, si configura un appuntamento di assoluto riguardo, che segna una tappa di rilievo storico per la Congregazione Salesiana.

Lei stessa si è resa conto, strada facendo, della grande ricaduta sui salesiani di tutto il mondo e sul territorio torinese di questa nuova “opera” costituita da cimeli preziosi ed emozionanti. Ora spetta a tutta la Famiglia Salesiana vivere il momento del taglio del nastro che il Rettor Maggiore verrà a compiere non solo come massimo responsabile dei Figli di Don Bosco ma come co-protagonista dell’invenzione e della realizzazione del Museo.

La direttrice ci racconta infatti come sia maturata l’idea e quali siano stati i passi avvenuti negli ultimi tre anni. “Per me la vicenda è nata dalla richiesta di collaborazione volontaria alla risistemazione del Museo mariano, progressivamente arricchitosi di elementi, negli spazi sotterranei della Basilica di Maria Ausiliatrice”. La richiesta proveniva dall’allora Rettore, don Cristian Besso, in accordo con il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime: la necessità di elencare e di catalogare le migliaia di oggetti presenti. “Migliaia e migliaia di pezzi, dalle icone a un affresco del ‘300, dai testi scritti perfino alle caramelle avvolte in una immaginetta, collocati con affetto, ma senza un criterio museale” ci spiega. Raccolto e restaurato ciò che emergeva anche da angoli meno frequentati, il lavoro diretto da De Vita e in gran parte realizzato da lei stessa è consistito nell’identificare, fotografare, imballare ogni oggetto secondo i canoni specifici, collocandolo poi in un magazzino-archivio in attesa di definirne la destinazione.

Il passaggio dal Museo mariano alle Camerette di Don Bosco, distanti poche decine di metri, è stato breve dal punto di vista fisico, ma il salto qualitativo è stato elevato. “Ho provato un coinvolgimento emotivo fortissimo – confida De Vita – quando mi è toccato rimanere da sola a tu per tu con gli oggetti, aprire le vetrine e di prendere con le mie mani ciò è era passato per le mani di Don Bosco”. Cita ad esempio il portamonete, testimone di un movimento continuo di entrata e di uscita del denaro proveniente dai benefattori e destinato ad assicurare vitto e alloggio ai ragazzi dell’oratorio e a mettere mattone su mattone le strutture di Valdocco, la basilica su tutto. “Un coinvolgimento forte” sottolinea con le parole e con l’espressione del volto.

Assidue le riunioni per mettere insieme i punti fermi con Don Á.F. Artime e la speciale commissione da lui istituita. Intanto Stefania De Vita ha mantenuto il suo impegno di insegnante fuori Torino (nelle cittadine di Cuorgné e di Chieri) e più ancora di neo-sposa e di madre: ad agosto del 2019 è nato Alberto, che fino a un mese prima aveva a suo modo condiviso gli sforzi anche fisici di organizzare i materiali e gli spazi.

“Al primo incontro con il Rettor Maggiore mi sono resa conto della portata dell’incarico” ricorda ancora adesso con emozione. Con lei all’inizio c’è stata Maria Teresa Cascione, dell’Archivio Centrale Salesiano, poi si è trovata unica donna a ragionare e a decidere con questo gruppo scelto della Congregazione: “Sempre alla pari, in una relazione che posso definire orizzontale”. Mai percepita una qualsiasi forma di subalternità, né come donna né come laica. Con tutto ciò, dove ha trovato il coraggio necessario per assumere quella responsabilità? “Ho pensato alla figura di Mamma Margherita, anche lei in mezzo a tanti uomini, e fra questi molti sacerdoti, eppure attiva e autorevole senza sensi di inferiorità, al di là di essere la madre di Giovanni Bosco”.

Lavorare immersa in un progetto destinato ad attrarre l’attenzione da tutto il mondo, l’ha fatta sentire responsabilizzata al massimo. “Valdocco è una casa gigante, ma nulla passa inosservato. Sono stata fermata molte volte dai confratelli che domandavano come procedevano i lavori, molti volevano conoscermi. Ispirandomi appunto alla mamma di Don Bosco sono andata avanti senza farmi spaventare dall’impresa, sentendomi autorizzata da lei a proseguire, nel suo spirito, ad accompagnare l’attività dei salesiani”.

A un certo punto ha avuto la sensazione di essere stata chiamata a questo compito “da Qualcuno più in alto”, e così interpreta il suo ruolo. Lei che non ha fatto il percorso “dentro” al mondo salesiano, ma l’ha incontrato a 30 anni a Roma grazie all’attività svolte presso l’opera del “Sacro Cuore” a via Marsala. “Un’ora di lezione alla settimana a ragazze e ragazzi immigrati, per entrare in relazione empatica con la Bellezza” racconta, “nozioni di storia dell’arte per educarsi al senso del bello, motore di umanità”. A fianco dello studio della lingua italiana, dell’informatica e del codice della strada per prendere la patente di guida. “La bellezza è un diritto di tutti”, afferma. Laureata alla Sapienza di Roma in Storia dell’arte e poi alla Benincasa di Napoli in Museologia, le hanno indicato don Giovanni D’Andrea, SDB, per mettere alla prova le sue conoscenze e la capacità di divulgarle in un tirocinio che possiamo considerare certamente inconsueto. Ma è stato questo ad aprirle le porte sulla vasta realtà salesiana: con due catechiste ha animato un gruppo di adolescenti coinvolto in un percorso di educazione alla relazione, e da qui l’attenzione educativa è emersa fino a portarla ad accettare un servizio volontario in una casa-famiglia, programma di quattro mesi in Sicilia per un laboratorio sui suoi temi. Era il 2015, l’anno del Bicentenario di Don Bosco.

Con il suo titolo di guida turistica venne chiamata ad accompagnare i gruppi del Movimento Giovanile Salesiano in visita ai luoghi d’arte della regione dopo il pellegrinaggio ai luoghi di Don Bosco… Uno di quei gruppi era dei Torinesi, fra i quali un giovanotto che sarebbe diventato suo marito. A distanza di un anno, la venuta a Torino. L’incrocio di Stefania De Vita con Valdocco ha una regia tessuta fra il progetto coniugale e la disponibilità al servizio con i salesiani.

“Ho avuto l’incontro con la figura del santo dei giovani da adulta e l’ho percepita come esempio per trasmettere amore ai più piccoli. E mi son detta: ‘Guarda Don Bosco come si prende cura dei ragazzi. Fallo anche tu!’ Ed eccomi qui. Il Museo sarà una casa nella quale accoglieremo i giovani a partire dalle attività, dai laboratori: troveranno insieme qui fede, spiritualità, arte, cultura”.

Antonio R. Labanca

I viaggi del cuore – All’ascolto della lezione di Don Bosco, gigante della Santità

Pubblichiamo un articolo di Famiglia Cristiana di don Davide Benzato che conduce la trasmissione “I viaggi del cuore” ogni domenica mattina alle 9 su Rete4 e che sarà dedicata a Don Bosco.

La puntata de “I viaggi del cuore” dedicata a Don Bosco, e in particolare alla Basilica di Maria Ausiliatrice di domenica 27 su Rete 4.

Guide della puntata, il Rettore della Basilica di Maria Ausiliatrice, don Guido Errico, il suo predecessore, don Cristian Besso, e il presidente di Missioni Don Bosco, Giampietro Pettenon i quali accompagneranno gli spettatori dei “Viaggi del cuore” di Rete 4 a conoscere i luoghi dove si è formata e ha mosso i primi passi la storia dei salesiani.

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C’è una frase di Chiara Amirante che mi viene in mente pensando a don Bosco: «L’amore non è cieco, l’amore ci vede molto bene. Tra il dire e il fare c’è di mezzo l’amore». San Giovanni Bosco diceva: «Camminate coi piedi per terra e col cuore abitate in cielo». Questo santo è difficilmente catalogabile perché non si può ridurre all’aspetto sociale. Pur essendo stato uno dei santi che vi ha maggiormente inciso a livello mondiale, non si può negare che sia stato un mistico, con sogni rivelatori e profezie che ancora oggi parlano in modo forte a chi abbia il gusto di leggerli. È stato un santo che ha influito concretamente nella storia d’Italia e della Chiesa, amico di Papi a cui non temeva di parlare con franchezza e conoscente della Casa Savoia, a cui consegnò profezie drammatiche all’epoca della legge Rattazzi, che comportò la soppressione degli ordini religiosi.

Un santo che ha avuto un’infanzia durissima, una vocazione anomala per i tempi, sentendo di dover essere vino nuovo in otri nuovi, preso per pazzo da molti, rischiando il ricovero coatto, disposto a passare giorni e notti coi ragazzi inventandosele tutte, a partire dai giochi di prestigio, per tirarli via dalla strada. Un santo che non ha tenuto nulla per sé, vivendo povero con i poveri e aiutando chiunque senza pensare ai propri interessi, dando le basi di un metodo preventivo e formativo che ha fatto la storia, tutt’oggi valido e diffuso nel mondo.

San Giovanni Bosco, canonizzato il primo aprile 1934 da papa Pio XI, fondatore delle Congregazioni dei Salesiani e delle figlie di Maria Ausiliatrice, è un santo che difficilmente si può descrivere con poche parole. Con “I Viaggi del Cuore” cercheremo di conoscere meglio questo gigante della Chiesa, visitando il centro salesiano di Valdocco, a Torino, dove la sua opera ebbe inizio. Oggi ci lasciamo ispirare da tre delle sue frasi che si ricordano: «In ogni giovane, anche il più disgraziato, c’è un punto accessibile al bene», «La Santità consiste nello stare sempre allegri», «Amate ciò che amano i giovani a fine che essi amino ciò che amate voi».

 

 

 

Inaugurazione Museo Casa don Bosco

Il dono di Don Bosco per i giovani e per la Famiglia Salesiana

Il quadro “Madonna delle Grazie” in trasferta a Valdocco per l’inaugurazione del museo “Casa don Bosco”

Il quadro “Madonna delle Grazie”, custodito presso l’Istituto “Nostra Signora delle Grazie” di Nizza Monferrato sarà trasferito temporaneamente a Valdocco per l’inaugurazione del Museo “Casa don Bosco” prevista per il 2-3-4 ottobre 2020. L’opera rimarrà nel nuovo museo fino al 31 gennaio 2021.

La Congregazione dei “Salesiani di Don Bosco” “Ha la gioia e la responsabilità di consegnare, per il bene di tutta la famiglia salesiana del mondo, per i pellegrini e i turisti della Città di Torino, il nuovo allestimento museale, completamente rinnovato, dei luoghi delle origini, dell’avventura educativa e spirituale di don Bosco. Sono stati ristrutturati gli ambienti collocati sotto il cortile e la Casa Madre, ma è anche stata restaurata integralmente la collezione di oggetti appartenuti sia a don Bosco che alla prima comunità salesiana. È un patrimonio da scoprire e da gustare, apprezzandone il valore culturale, devozionale e d’identità salesiana”.

(Rettor Maggiore dei Salesiani – Don Ángel Fernández Artime)

>>> Leggi tutto l’articolo su La Voce di Asti

Casa Don Bosco: intervista alla direttrice Stefania De Vita

Martedì 15 settembre, all’interno del caffè della Basilica Maria Ausiliatrice, per il programma televisivo di Rete 7 “Un caffè con…” è stata intervistata la dott.ssa Stefania De Vita, direttrice del Museo Casa Don Bosco. La conversazione ha riguardato il progetto di restaurazione, durato 2 anni e mezzo, il quale ha voluto riportare alla luce il valore dell’ accoglienza del Museo. L’inaugurazione si terrà nelle date del 2-3-4 ottobre.

Di seguito un breve estratto. L’intervista completa è disponibile nel video riportato in calce.

Che cos’è Casa Don Bosco?

E’ una casa innanzitutto prima ancora di diventare museo. Infatti il valore che volevamo far risaltare è proprio l’accoglienza famigliare di un luogo dedicato a pellegrini  e turisti. Ridando prestigio e riportando a galla gli spazi delle origini, ci siamo ritrovati di fronte a cimeli antichi: tra questi mi piace ricordare un oggetto dell’ottavo secolo, una coperta di Evangeliario risalente proprio a quell’epoca. Inoltre abbiamo riscoperto uno spazio interamente dedicato a Mamma Margherita.

Qualche indiscrezione in più su questo spazio dedicato a Mamma Margherita…

Il restauro riporta in luce la stanza in cui è  vissuta Mamma Margherita, dove ritroviamo oggetti che le appartenevano e che rappresenta anche il luogo della sua morte. La sua figura è accentuata dalla statua che la riproduce all’interno del cortile, che incarna a pieno l’idea di famigliarità che desideravamo evidenziare.

C’è una storia che guida pellegrino e turista nella visita al museo ?

Il museo offre diverse chiavi di lettura. Il pellegrino sarà attratto dalla storicità religiosa della vita di Don Bosco che è stata curata minuziosamente all’interno del museo. Il turista troverà invece un escursus storico delle opere urbanistiche della città di Torino che si addentra nell’epoca del risorgimento, in quanto proprio in questo periodo Don Bosco intervenne, a suo modo, in quelle che furono vere e proprie opere cittadine.

Il nuovo libro edito da Elledici: “Al servizio del dono. La nuova edizione del Messale”

L’Editrice Salesiana Elledici segnala l’uscita del nuovo libro “Al servizio del dono. La nuova edizione del Messale“, un pratico strumento per meglio comprendere quali cambiamenti comporterà nella pratica della Celebrazione il Nuovo Messale Romano.

Al servizio del dono
La nuova edizione del Messale

Dentro al libro

  • Un libro chiaro, immediato e completo, che aiuterà a rispondere alle tante domande che ci porremo alla luce della nuova edizione del Messale Romano.
  • Ogni momento della Celebrazione viene analizzato in vista dei
    cambiamenti attesi.
  • Il libro mostra come si possa arrivare ad avere testi vicini alla cultura, al linguaggio e alla fede dei cristiani di oggi, senza nulla togliere alla verità e ai testi di partenza.

Autore

Paolo Tomatis, docente di Liturgia presso la Facoltà teologica dell’Italia Settentrionale (sezione di Torino), l’Istituto di Liturgia Pastorale di Santa Giustina di Padova e la Facoltà teologica di Milano. È presidente dell’Associazione Professori di Liturgia, direttore dell’Ufficio liturgico diocesano di Torino e membro della Consulta dell’Ufficio Liturgico Nazionale.