Il tanto sospirato sole maggiaiolo splende su Torino e su Valdocco, oggi 24 maggio 2018. Fin dalle prime ore del mattino la Basilica Maria Ausiliatrice ha accolto, con un inebriante profumo di gelsomino finalmente fiorito, tutti coloro che desideravano omaggiare la Madre Maria durante la sua festa.
Alle ore 11 presso la Basilica si è svolta la S. Messa presieduta da S.E. mons. Cesare Nosiglia, trasmessa in Diretta TV: missionidonbosco.org e Telepace) e sulla Pagina Facebook di ANS-Agenzia Info Salesiana, che racconterà tutta la festa in diretta sul social network.
Qui di seguito l’omelia integrale dell’Arcivescovo Nosiglia che ha parlato del prossimo Sinodo dei Giovani, rilevando nuovamente le difficoltà degli stessi a collocarsi nel mondo e invita tutti ad “ascoltarli e a prendere sul serio i loro problemi e le loro osservazioni, a dare loro fiducia e semmai a sollecitarli nell’assumere compiti di responsabilità“; e per questo si sta svolgendo un lavoro instancabile della Diocesi nel creare una progettazione comune affinchè “le componenti del mondo del lavoro e della società” – ha spiegato il vescovo – “si rendano consapevoli che solo facendo rete è possibile affrontare i problemi dell’estesa disoccupazione giovanile che caratterizza il nostro territorio“. Lo sguardo poi si è posato, con l’affidamento a Maria Ausiliatrice, alla presenza di poveri in aumento in città e quindi ha esortato gli astanti ad “abitare” le periferie esistenziali e geografiche con “un supplemento di umanità e di giustizia, da parte di tutti” per affrontare e risolvere concretamente le tante condizioni di vita difficoltose e aiutare a scorgere la luce alla fine del tunnel della povertà. Ha proseguito poi con un’aspra denuncia alla crescente idolatria, trasversale a tutti i livelli della società, “dell’individualismo, che ricerca solo i propri interessi e tornaconti, a scapito degli altri, e la ricerca del proprio benessere a scapito della solidarietà nei confronti dei più poveri“. Sua Eminenza, dunque, ha auspicato un rinnovamento dello stile di vita di ciascuno “per ricuperare quei valori non commerciali e non redditizi, in termini di denaro o di benessere, che lo sono però in cultura, spiritualità ed etica, anche sociale oltre che individuale“. Un accorato appello a rinvigorire il legame con quel “patrimonio di valori che le generazioni precedenti hanno accumulato con sacrificio” e rinsaldare l’alleanza tra “valori interiori, civili e spirituali, per ridare un’anima non solo ai singoli, ma alla società intera, all’ambiente comunitario in cui vivono le persone e alla cultura dell’incontro e del sostegno reciproco, che tiene conto dell’apporto di ciascuno al bene comune“.
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Omelia dell’Arcivescovo di Torino, Mons. Cesare NOSIGLIA,
alla S. Messa della FESTA DI MARIA AUSILIATRICE
“Questa festa, che ogni anno ci vede riuniti ai piedi di Maria Ausiliatrice come Chiesa di Torino e comunità cristiana e civile della Città, è per noi un grande momento di riconoscenza nei confronti della Madonna per quanto compie a favore della Chiesa e dell’umanità con la sua presenza di Madre amorevole e ricca di tenerezza e bontà verso i suoi figli, che Gesù le ha affidato dalla sua Croce. Il Vangelo ci ha ricordato proprio questo momento supremo della vita di Cristo e di Maria, sua madre: Gesù, prima di morire, la affida al discepolo prediletto, Giovanni, e affida Giovanni a Maria. Anche noi oggi affidiamo a Maria Ausiliatrice anzitutto i giovani e il prossimo evento del Sinodo, che li vedrà protagonisti. Chiediamo a Maria Ausiliatrice che benedica la prossima assemblea diocesana, che proprio sul tema del discernimento vocazionale, che sta al centro del Sinodo, promuoverà un’ampia riflessione in vista di un forte impegno, che dovrà investire tutte le nostre comunità ecclesiali, le famiglie e i giovani in prima persona. Don Bosco affermava che un giovane su tre ha nel cuore il desiderio di dedicare tutta la sua vita al Signore nel ministero sacerdotale o nella vita consacrata. E per questo invitava a pregare Maria Ausiliatrice, perché aiuti questi giovani ad avere il coraggio di rispondere positivamente a tale invito, che nasce dal Signore stesso che chiama.
I giovani sono purtroppo molto sfiduciati, perché non hanno voce nella società e vengono giudicati disimpegnati, senza ideali, per cui si lasciano accontentare dal divertimento, a volte anche trasgressivo. La separatezza tra il mondo adulto e quello dei ragazzi e giovani è una delle criticità più preoccupanti della nostra società. Don Bosco ci insegna ad avere uno sguardo e una considerazione diverse: ci invita ad ascoltarli e a prendere sul serio i loro problemi e le loro osservazioni, a dare loro fiducia e semmai a sollecitarli nell’assumere compiti di responsabilità. Allora, i giovani sono capaci di gesti e impegni di grande generosità e vigore sia spirituale che sociale. Don Bosco non si limitava ad accoglierli, ma si faceva carico delle loro necessità, come quella educativa e quella della loro professione.
Nell’Agorà del sociale, abbiamo fatto parlare direttamente i giovani, che hanno presentato le loro attese e difficoltà agli adulti e ai responsabili del mondo istituzionale, politico ed economico. Ora stiamo portando l’Agorà nei territori della diocesi, perché le varie componenti del mondo del lavoro e della società si rendano consapevoli che solo facendo rete è possibile affrontare i problemi dell’estesa disoccupazione giovanile che caratterizza il nostro territorio.
Affidiamo poi a Maria Ausiliatrice la crescente presenza di poveri nella nostra città. Essi rappresentano in questo momento i soggetti più deboli, per cui su di essi si concentra lo sforzo di tutta la diocesi. Sono in atto molteplici iniziative di accoglienza delle famiglie per la questione del lavoro, della salute e della casa; degli immigrati e dei rifugiati, sia adulti che minori; dei senza dimora, i quali restano purtroppo i più abbandonati a se stessi e verso i quali non si prendono provvedimenti concreti per migliorarne le condizioni di vita. L’incontro con loro sulla strada dove pernottano, nei dormitori per l’emergenza freddo e nelle mense, mi ha permesso di conoscerne molti e credo che un supplemento di umanità e di giustizia, da parte di tutti, potrebbe affrontare e risolvere tante delle loro condizioni di vita. I poveri stanno crescendo sempre più: le periferie esistenziali e geografiche delle nostre città non hanno superato l’abbandono che avevo denunziato a suo tempo, sia sul piano civile che culturale. Don Bosco, il Cottolengo, il Murialdo, la marchesa di Barolo ci insegnano che per dare risposte appropriate e permanenti bisogna “abitare” le periferie, nel senso di conoscere e incontrare le persone che le vivono. Se si sta in mezzo alla gente, si comprendono meglio le loro concrete possibilità, per cui bisogna sporcarsi mani e piedi lì dove la gente affronta giorno per giorno tante sofferenze e si sente scartata o poco ascoltata e, soprattutto, non vede la fine del tunnel di povertà che sta percorrendo.
Affidiamo infine a Maria Ausiliatrice la nostra città e la sua gente, perché sappiamo trovare insieme le vie più efficaci per sentirla come la nostra grande casa comune, di cui tutti e ciascuno abbiamo la responsabilità. C’è bisogno di ridare un’anima alla nostra città. Dice il Signore: «Che giova infatti all’uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde la propria anima?» (Mc 8,36). Nella prassi di questi ultimi decenni, nella nostra società sono prevalsi alcuni pseudo valori che hanno molto accentuato l’aspetto finanziario ed economico, a scapito dei valori veri e fondanti di ordine civile, culturale, spirituale ed etico. Quando una persona, una famiglia, un popolo perde la sua anima, fondata su questo patrimonio di valori che le generazioni precedenti hanno accumulato con sacrificio e hanno consegnato alle nuove, imbocca una strada che conduce a una crisi permanente, che non si arresta, perché si avvita su se stessa come una spirale soffocante. Allora, si assolutizzano l’idolo dell’individualismo, che ricerca solo i propri interessi e tornaconti, a scapito degli altri, e la ricerca del proprio benessere a scapito della solidarietà nei confronti dei più poveri.
Un tempo non lontano il nostro Paese era considerato un punto di riferimento proprio per la ricchezza e creatività della sua cultura, sia laica che religiosa, della sua tradizione, fondata sul rispetto di ogni persona, soggetto di diritti inalienabili e universali, insieme ai corrispondenti doveri etici e civili, da conservare e promuovere. Oggi tutto ciò sta venendo meno di fronte al primato del denaro e della vita comoda, che si vuole difendere ad oltranza anche contro chi chiede accoglienza e solidarietà, giustizia ed equità. La stessa realtà religiosa è stata inficiata da questa mentalità e prassi di vita, anche se, a piccoli passi, stiamo però assistendo a un grande movimento di opinione pubblica e di uomini e donne di buona volontà, che ribadiscono con fatti concreti il primato dello spirito e della ricerca – anche sul piano della fede – del dialogo con diverse realtà religiose e civili.
L’idea prevalente che, di fronte anche al terrorismo omicida, oltre alla condanna scontata basti continuare a fare quello che abbiamo sempre fatto, come se quanto accade siano incidenti da dimenticare il più presto possibile, non ci induce a riflettere e a interrogarci su come reagire, cambiando e rinnovando il nostro stile di vita, per ricuperare quei valori non commerciali e non redditizi, in termini di denaro o di benessere, che lo sono però in cultura, spiritualità ed etica, anche sociale oltre che individuale. Tutto ciò darebbe sempre più forza e farebbe breccia anche nell’animo di tanti giovani, delusi e alla ricerca di motivazioni e ideali forti e in grado di dare alla loro vita un senso meno superficiale e basato solo sul benessere materiale e sullo sballo, che producono alla fine soltanto noia e rifiuto di ogni responsabilità, disimpegno e chiusura in se stessi e in un mondo virtuale o creato apposta dalle tante forme di dipendenze che spopolano e promettono felicità a buon mercato.
Compito della Chiesa, ma anche di ogni ambito e realtà educativa, compresi i mass media, è di promuovere un’alleanza per favorire linee comuni di indirizzo, che riportino in primo piano la considerazione e l’accoglienza di stili di vita basati su valori interiori, civili e spirituali, per ridare un’anima non solo ai singoli, ma alla società intera, all’ambiente comunitario in cui vivono le persone e alla cultura dell’incontro e del sostegno reciproco, che tiene conto dell’apporto di ciascuno al bene comune.
A te, Maria Ausiliatrice, che guardi i tuoi figli e figlie che a te ricorrono con fiducia, rivolgiamo la nostra preghiera, affinché, con la tua potente intercessione, possa sempre effondere su questa Città, sulla diocesi e sul loro territorio la benedizione del tuo Figlio e le grazie che egli vorrà concedere a quanti a te ricorrono, o Avvocata di misericordia e dolce Madre, aiuto dei cristiani.”
Cesare Nosiglia
>>> Prossimi appuntamenti di oggi, 24 Maggio 2018:
- ore 15: benedizione dei bambini presieduta da don Claudio Durando sdb, parroco a Maria Ausiliatrice
- ore 16: Vespri solenni presieduti da don A. Marino, direttore del Centro diocesano vocazioni (CDV)
- ore 17: S. Messa presieduta dall’arcivescovo emerito CARD. SEVERINO POLETTO
- ore 18.30: S. Messa presieduta da DON ÁNGEL FERNÁNDEZ ARTIME, RETTOR MAGGIORE dei Salesiani
- ore 20.30: SOLENNE PROCESSIONE guidata dall’arcivescovo mons. CESARE NOSIGLIA; al termine S. Messa presieduta da mons. G. Martinacci, rettore della Consolata.