Comincia il percorso di formazione per gli aspiranti all’ADMA Primaria di Valdocco

Domenica 13 giugno è iniziato a Valdocco il percorso di formazione per coloro che intendono conoscere l’Associazione di Maria Ausiliatrice (ADMA). Di seguito l’articolo pubblicato dall’Agenzia d’Informazione Salesiana ANS.

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Seguendo il carisma proprio del gruppo, prima di ogni altra attività sono state previste l’Eucarestia, celebrata nella Basilica di Maria Ausiliatrice, e la recita del Rosario; solo dopo ha avuto avvio il momento di presentazione del percorso, di conoscenza e condivisione.

Don Guido Errico, Rettore della basilica, ha invitato tutti i presenti a riflettere sul fatto di essere riuniti proprio sotto la basilica, dove sono poste le fondamenta da cui è iniziata la costruzione di pietra del Santuario, e dove anche gli aspiranti all’ADMA possono porre le basi del loro cammino.

Renato Valera, Presidente dell’ADMA Primaria, ha poi evidenziato che in tutto il mondo tanti gruppi camminano insieme per conoscere Maria e per trasformare attraverso di Lei la loro vita, a imitazione di Gesù.

Don Alejandro Guevara, Animatore Spirituale Mondiale dell’ADMA, ha invece proposto di guardare al giorno d’inizio del cammino come a quello del concepimento di una nuova vita. Gli aspiranti, in quest’ottica, sono chiamati a nascere come figli di Maria, ad incorporarsi come membri nella Sua associazione. Per questo don Guevara ha manifestato il desiderio che questo cammino li porti ad innamorarsi sempre più di Maria.

Ancora, Tullio Lucca, già Presidente dell’ADMA Primaria, ha aggiunto poi che alla base di questo cammino di fede e di spiritualità c’è un rapporto d’amore con Maria, che guida gli aspiranti tutti insieme verso Gesù, facendogli fare esperienza di popolo e di famiglia. E ha anche ricordato l’intuizione di Don Bosco quando fondò la basilica: non basta una basilica di pietre, ne occorre una di persone che devono porre alla base della loro esperienza un legame forte con Gesù Eucarestia e con Maria. “È il Totus tuus di Luigi Maria Grignion de Montfort, motto di Papa Giovanni Paolo II: Tutto con Maria, tutto per Maria, tutto attraverso Maria che ci porta a Gesù perché è piena trasparenza di Gesù”.

Infine, parando dell’apostolato, ha manifestato l’importanza di portare Gesù e Maria agli altri attraverso un amore concreto al fratello, seguendo il motto di Don Bosco Da mihi animas coetera tolle, e testimoniando con la propria vita l’amore ricevuto da Maria.

L’incontro si è concluso con l’ultima annotazione di don Guevara, che ha sottolineato come, sebbene sia Maria a guidare il percorso formativo, gli aspiranti membri dell’ADMA sono accompagnati anche da tutte le altre persone che fanno parte dell’associazione.

Basilica e Casa don Bosco, a Valdocco c’è aria di ripresa – Avvenire

Si riporta di seguito l’articolo pubblicato oggi su Avvenire a cura di Marina Lomunno con l’intervista a don Guido Errico, Rettore della Basilica di Maria Ausiliatrice di Torino – Valdocco, in merito alle attività portate avanti durante il lockdown e quelle di questo nuovo periodo di ripresa.

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Basilica e Casa don Bosco, a Valdocco c’è aria di ripresa

Il rettore don Guido Errico: anche in pieno lockdown, non si sono mai fermate le visite grazie alle tecnologie digitali. E adesso le porte si riaprono anche per ragazzi e animatori dell’Oratorio

«Se abbiamo ripreso? In realtà qui non abbiamo mai chiuso»

scherza don Guido Errico, rettore della Basilica di Maria Ausiliatrice, Casa Madre dei Salesiani dove si venerano le spoglie mortali di don Bosco. Ma poi ripercorre oltre un anno di pandemia raccontando gli sforzi messi in campo dalla comunità salesiana di Valdocco, sempre nell’osservanza delle regole anticontagio, per non interrompere il legame con i fedeli, soprattutto i giovani:

«Mentre stiamo parlando – prosegue commosso – in Basilica 150 giovani con i loro animatori stanno partecipando alla Messa d’inaugurazione dell’Estate ragazzi, che finalmente abbiamo potuto riavviare in sicurezza: è una rinascita per i più piccoli e gli educatori che tornano insieme con un obiettivo formativo comune. E poi è ripartita l’accoglienza e l’ospitalità con possibilità di pernottamento nella foresteria della Basilica per i gruppi di pellegrini che ritornano a Torino».

In questi giorni ha riaperto anche il «Museo Casa don Bosco» con ingresso dal cortile della Basilica, inaugurato nell’ottobre 2020 e chiuso dopo qualche mese causa Covid. La visita, fino a qualche settimana fa possibile solo online, ora si può fare “dal vivo” per ripercorrere il miracolo della famiglia salesiana partita da queste mura con un prete sognatore, i suoi primi giovani e mamma Margherita, e oggi presente in 133 nazioni dei 5 continenti.

«Col ritorno dei pellegrini – sottolinea il rettore – sono arrivate anche le prime pre- notazioni al Museo, e questo ci fa molto felici anche se la nostra Casa pure in lockdown è stata sempre aperta: con le Messe festive, feriali e la novena di Maria Ausiliatrice, mediante la diretta tv e il web con riprese di qualità, siamo entrati nelle case dei fedeli ma anche di chi è lontano permettendo di sentirci un’unica famiglia. La festa di Maria Ausiliatrice, in maggio, pur senza la tradizionale processione per le vie di Valdocco, ci fatto riscoprire con la preghiera raccolta nel cortile una dimensione inedita di comunità con tutti i rappresentanti della famiglia salesiana. Ora guardiamo avanti, sempre fiduciosi sotto il manto di Maria Ausiliatrice».

Marina Lomunno

Valdocco, a casa di don Bosco tra fede e accoglienza assediati dallo smog – La Repubblica

Si riporta di seguito l’articolo pubblicato da La Repubblica il 14 giugno a cura di Jacopo Ricca in merito al quartiere di Valdocco, con un breve intervento del parroco di Maria Ausiliatrice don Guido Dutto e del responsabile della Caritas parrocchiale Mauro Minoi.

Valdocco, a casa di don Bosco tra fede e accoglienza assediati dallo smog

Il muro di Berlino, come lo chiamavano con amara ironia gli abitanti del quartiere, è caduto tra il 2015 e il 2016 con l’apertura del nuovo corso Principe Oddone, ma da anni la visuale di Valdocco era già cambiata. Il traffico della nuova autostrada urbana si è sommato a quello di corso Regina Margherita e di via Cigna, tra le arterie più inquinate di Torino e ideale confine del quadrato che forma il quartiere dove proprio lo smog è uno dei problemi più sentiti.

L’interramento della ferrovia che da sempre impediva di vedere cosa ci fosse oltre, verso ovest, è stata la grande rivoluzione del quartiere dove don Bosco arrivò nel 1846 da Castelnuovo. Qui è stato aperto il primo oratorio e qui ogni anno i pellegrini visitano il luogo dove riposano le spoglie del santo, nella basilica di Maria Ausiliatrice che, come ricorda il parroco don Guido Dutto, non ha mai chiuso nemmeno durante il lockdown. Sarà l’influenza della vicina Porta Palazzo o proprio della ferrovia, ma il quartiere Valdocco non ha mai perso quella caratteristica di accoglienza che era già viva ai tempi di don Bosco.

C’è ovviamente il complesso salesiano che comprende oltre alla Basilica, la Chiesa di San Francesco di Sales, la Cappella Pinardi, gli edifici della scuola media e di quella professionale, la parrocchia e l’oratorio, ma anche le “camerette” dove visse Don Bosco. Ma ci sono anche spazi occupati, come il Neruda nell’ex scuola conciatori di corso Ciriè, luoghi di riferimento per le comunità straniere come la sede dell’Unione Cristiana Evangelica Cinese in via Salerno. E poi c’è la scuola De Amicis che l’associazione Vicolo Grosso nel tempo è riuscita ad aprire agli abitanti, trasformandolo in un punto di riferimento per Valdocco.

Nicoletta Daldanise, imprenditrice di origine campana, ha scelto il quartiere appena arrivata a Torino:

«Mi occupo di trasformazioni urbane con progettazioni e volevo provarne ad attivarne uno a Torino e Valdocco mi sembrava lo spazio giusto — racconta — Ci vedevo un potenziale: era un quartiere non attraversato perché c’erano i lavori di corso principe Oddone che rendevano impossibile raggiungere l’altra parte della città».

Quelle trasformazioni in parte si sono realizzate nel frattempo, il muro di Berlino è caduto, ma i problemi che aveva costruito insieme al cantiere del passante sono rimasti. Molti negozi storici hanno chiuso e non sono stati sostituiti e la desertificazione commerciale ha permesso ai pusher di continuare a frequentare la zona che proprio durante gli anni del cantiere era diventata uno dei centri di spaccio di Torino.

Le cose nel frattempo sono migliorate, anche grazie alle battaglie dei residenti, come Fabio Ottino e il suo comitato che hanno fatto marce e petizioni per chiedere l’intervento delle forze dell’ordine e l’installazione delle telecamere. Nelle vie interne a Valdocco gli spacciatori non ci sono più. Il problema resta su Corso Principe Oddone.

Nel frattempo sono arrivate famiglie giovani e professionisti: «Molti amici da Vanchiglia si stanno spostando qui perché con bambini piccoli trovano la tranquillità» spiega Daldanise che ha aperto Portmanteau, un piccolo bed&breakfast in via Biella. Il palazzo dove vive e lavora è uno di quelli meglio tenuti di tutto il quartiere, ma durante la pandemia molti hanno approfittato della situazione per cercare di abbellire gli interni dei cortili. Il prezzo di vendita degli appartamenti è aumentato.

Anche secondo il parroco di Maria Ausiliatrice, don Guido Dutto, da due alla guida della comunità, ma nei 6 anni precedenti vice, il quartiere è cambiato:

«Questa è una parrocchia senza territorio: il santuario di Maria Ausiliatrice porta da tutta Torino e anche da fuori fedeli — precisa — È complicato far sentire il senso di appartenenza della comunità di quartiere».

I ragazzi che fanno catechismo ad esempio sono 400 ma 280 sono da fuori parrocchia.

La Caritas parrocchiale invece si occupa solo delle persone in difficoltà di Valdocco:

«Abbiamo scelto per il centro di ascolto e di assistenza di lungo corso di occuparci degli abitanti del quartiere — chiarisce il responsabile Mauro Minoi — Sennò non ce la faremmo».

Nell’ultimo anno sono state 178 le famiglie assistite e in particolare 482 migranti.

«Gli italiani che si rivolgono a noi sono relativamente pochi — precisa il parroco — Ma sicuramente la composizione è molto cambiata».

Il comitato da Margherita a Dora passando per Oddone è nato proprio tra i nuovi abitanti del quartiere, ma nel tempo ha radunato anche gli storici tanto che spesso si riunisce nella pasticceria di Corgiat in via Ravenna. È uno dei pochi negozi a resistere: «Abbiamo bisogno di un luogo dove parlarci e dove scambiare mutuo aiuto — dice Daldanise — Valdocco è meno sfilacciato di altri quartieri anche se anche qui non tutte le comunità straniere sono facilmente raggiungibili, è attraverso la scuola che ci arriviamo». Il traffico e l’assenza di parcheggi sono un problema e l’assenza di spazi pubblici.

Minoi della Caritas spera che la prossima amministrazione apra un centro diurno, ma anche altri servizi sono carenti. Ad esempio non c’è una banca, il primo bancomat è a 15 minuti a piedi, «mancano molti negozi e se invece ci fossero si potrebbe vivere meglio il quartiere».

Alla De Amicis di via Masserano con l’associazione Vicolo Grosso è stato aperto anche uno spazio per scambiare vestiti usati, il Barattolino: «Si tratta di un negozio dell’usato dentro la scuola, aperto due volte a settimana, dove si scambiano vestiti o altri prodotti» conferma Azaria Andreasi, una delle mamme che da anni si batte per l’apertura del cortile della scuola al quartiere. «Non ci sono spazi sociali — dice — Qui gli interventi per far vedere che ti occupi delle cosiddette periferie i 5stelle non li hanno fatti. Alle elementari nella classe di mia figlia su 25 bambini 5 erano italiani». Ora il cortile è al centro di un intervento di restauro, ma la De Amicis resta un punto nodale di Valdocco.

Un po’ come lo spazio occupato Neruda che dà casa a 120 persone, quasi tutti migranti, e durante la pandemia ha fornito assistenza, anche sanitaria, a centinaia di altri torinesi. Come spesso accade coi centri sociali a Torino le lamentele arrivano più da fuori che non dagli abitanti del quartiere che condividono gli tessi problemi degli occupanti:

«Il grande problema è l’inquinamento, poi il fatto che non ci sono aree verdi. Il Cottolengo è una risorsa importante, ma manca un centro di salute territoriale e nessuno se ne fa carico» spiega Alice Scavone.

Tutti speravano che il progetto “Valdocco vivibile” — che dovrebbe dare un volto green al quartiere, abbattendo le isole di calore e favorendo la riduzione dello smog — partisse ma finora non si è visto nulla:

«Sarebbe davvero un bel progetto che permetterebbe anche di rivitalizzare i giardini dove ora chi non ha un posto dove stare è un po’ costretto a sostare».

La strada per il rilancio del quartiere è ancora lunga.

Il ringraziamento ai benefattori e collaboratori della festa di Maria Ausiliatrice

Nella giornata di oggi, 15 giugno, nel cortile di Valdocco, si è tenuto un momento di ringraziamento e di convivialità con tutti coloro che hanno collaborato per la buona riuscita della festa di Maria Ausiliatrice del 24 maggio scorso, sia come benefattori che servizio d’ordine. Dopo un breve rinfresco, si è passati alla visita del Museo Casa Don Bosco, con la consegna di un piccolo dono in ricordo della giornata.

Di seguito qualche scatto dell’evento a cura di Antonio Saglia:

Le ordinazioni diaconali di sabato 12 giugno 2021

Nel pomeriggio di sabato 12 giugno 2021, presso la Basilica Maria Ausiliatrice di Torino – Valdocco, per l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria di mons. Guido Fiandino – Vescovo Ausiliare Emerito di Torino – sono stati ordinati diaconi:

  • Luca Casari – ILE
  • Marco Cazzato – ICP
  • Sanjin Jurić – CRO
  • Mark Naidzich – PLE/BLR
  • Gerald Alakwe Oshiobugie – AFW/ICP
  • Amal Franklin Pathrose – INM/ICP
  • Mikhail Radzevich -PLE/BLR
  • Damiano Slanzi – INE
  • Caius TobeChukwu Ugwu – AFW/ICP

 

Di seguito qualche scatto della Celebrazione e dei festeggiamenti successivi all’ordinazione, a cura di Antonio Saglia:

“Li amò fino alla fine” – Ordinati sacerdoti don Matteo e don Linus

Si è svolta nella giornata di sabato 5 giugno presso la Basilica Maria Ausiliatrice di Torino, l’ordinazione presbiterale di Linus Onyenagubor e Matteo Rupil per l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria di S.E. Rev.ma Mons. Francesco RavinaleVescovo emerito di Asti.

La funzione è stata trasmessa in streaming sui canali Facebook e YouTube dell’Ispettoria ICP e del Movimento Giovanile Salesiano, rimarrà a disposizione per rivivere il pomeriggio:

La Basilica, gremita di giovani, familiari ed amici, ha ospitato un momento di gioia e commozione da parte di don Linus e don Matteo, ma anche di Mons. Francesco Ravinale, che durante la sua omelia, ha dimostrato grande sensibilità.
Ecco il suo augurio:

Maria Ausiliatrice accolga i vostri sentimenti, i nostri sentimenti, in questo avvenimento di grazia. Li presenti al Signore, confermi i vostri desideri di donazione e di apostolato, e vi sostenga sempre. In tutte le situazioni della vostra vita.

Qui una gallery fotografica, a cura di Antonio Saglia, per raccontare la celebrazione:

Don Linus Onyenagubor, domenica 7 giugno 2021 alle ore 11.00, ha celebrato la sua prima Messa presso la Basilica di Maria Ausiliatrice a Torino.

Qui una gallery fotografica che racconta la sua prima Messa:

Riprende la Celebrazione eucaristica della domenica alle 21.00

Da domenica 6 giugno 2021 riprende la Celebrazione eucaristica della domenica alle 21.00.
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Orari Celebrazioni

Da lunedì a venerdì: 07:00 | 08:00 | 09:00 | 10:00 | 17:00 | 18.30
Sabato e vigilie: 07:00 | 08:00 | 09:00 | 10:00 |18.00
Domenica e festivi: 08:00 | 09:30 | 11:00 |12.30 |17.00 | 18.30 | 21.00

Orario chiusura della Basilica per sanificazione:

Dal lunedì al sabato – dalle ore 12.00 alle ore 15.00
Domenica – dalle ore 13.30 alle ore 15.00