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Verso Pasqua a Maria Ausiliatrice – La Voce e il Tempo

Di seguito l’articolo pubblicato da la Voce e il Tempo grazie a Marina Lomunno, riportante le iniziative della Basilica di Maria Ausiliatrice riguardo la Quaresima di Fraternità.

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Nella Basilica di Maria Ausialiatrice, Casa madre dei salesiani, la Quaresima è iniziata all’insegna della solidarietà, della preghiera per la pace e dell’ascolto della Parola di Dio. «In collaborazione con la nostra parrocchia», spiega il rettore don Michele Viviano sdb «per la Quaresima di Fraternità abbiamo iniziato la raccolta fondi per i profughi della Siria, già precedentemente programmata, a cui si è aggiunta quella per i profughi dell’Ucraina. Accanto alla carità per chi è nella sofferenza, abbiamo avviato ‘I venerdì quaresimali’ sul tema ‘Non di solo pane vivrà l’uomo’. Tutti i venerdì di Quaresima dalle 19 alle 21 in Basilica, al posto della cena che invitiamo a saltare, offriamo un nutrimento più abbondante con la Parola di Dio attraverso la catechesi biblica sul Vangelo della domenica, cui segue la preghiera di adorazione per la pace. Inoltre, consapevoli che per  un ascolto attento è necessaria una proclamazione adeguata della Parola di Dio nella Liturgia, abbiamo organizzato un corso per lettori in collaborazione con l’Ufficio liturgico diocesano». Si è partiti sabato 12 marzo e fino a sabato 9 aprile alle 16 sono in programma cinque incontri della durata di un’ora e mezza a cui si sono iscritti oltre 70 lettori e aspiranti lettori che svolgono questo servizio nelle sette celebrazioni eucaristiche della domenica celebrate in Basilica (la prima alle 8, l’ultima 21). «Si è voluto di proposito proporre il corso il sabato e non la domenica, nel giorno dedicato alla Madonna, perché per primo il lettore, come Maria la Madre di Gesù, è chiamato non solo a proclamare la Parola di Dio ma ‘a meditarla e custodirla nel suo cuore’ come ci dice il Vangelo di Luca», prosegue don Viviano, «per questo abbiamo intitolato il ciclo ‘La proclamazione liturgica della Parola di Dio coinvolge la vita del lettore’». Questi gli argomenti degli incontri: «Identità e ruolo del lettore» (a cura di Silvia Vesco); «La Liturgia della Parola» (Luciana Ruatta); «Tecniche di lettura» (due incontri a cura di Bruno Barberis); «Introduzione alla Lectio Divina» (don Michele Viviano). «Il corso» conclude il rettore «è orientato a realizzare quanto leggiamo nella Dei Verbum al n.25 sempre tanto attuale e stimolante: ‘Parimenti il santo Concilio esorta con ardore e insistenza tutti i fedeli, soprattutto i religiosi, ad apprendere ‘la sublime scienza di Gesù Cristo’ (Fil 3,8) con la frequente lettura delle divine Scritture’. ‘L’ignoranza delle Scritture, infatti, è ignoranza di Cristo’,come dice san Girolamo».

 

Quaresima di fraternità 2022

La Basilica Maria Ausiliatrice segnala l’iniziativa della “Quaresima di Fraternità 2022” per sostenere i profughi ucraini e per aiutare la casa salesiana di Kafroun che si occupa di accogliere i profughi siriani.

“Non stanchiamoci di fare il bene nella carità operosa verso il prossimo” (Papa Francesco)

Come puoi “aiutarci” economicamente:

  • nella bussola che trovi al fondo della Basilica
  • portando l’offerta direttamente in Parrocchia o al Rettore della Basilica
  • con bonifico bancario intestato a Parrocchia Maria Ausiliatrice
    IBAN: IT48 Z030 6909 6061 0000 0115 737
    Causale: “Progetto Quaresima 2022”
  • con bonifico Intestato a Oratorio Salesiano S.Francesco di Sales
    IBAN: IT78 J030 6909 6061 0000 0115 694
    Causale: “Progetto Quaresima 2022”

 

23/02: Giornata di preghiera e digiuno per la pace

Si celebra oggi, 23 febbraio, primo venerdì di Quaresima, una Giornata di preghiera e digiuno per la pace, in particolare per il Sud Sudan e la Repubblica Democratica del Congo. L’iniziativa è stata lanciata da Papa Francesco durante l’Angelus di domenica 4 febbraio.

All’Angelus, Papa Francesco propone di guardare “al tragico protrarsi di situazioni di conflitto in diverse parti del mondo” invitando anche i fratelli e le sorelle non cattolici e non cristiani ad associarsi “nelle modalità che riterranno più opportune, ma tutti insieme”.

Preghiera nella Basilica di Maria Ausiliatrice

Nel clima della giornata di preghiera e digiuno indetta dal Santo Padre per impetrare il dono della pace, i fedeli riuniti oggi nella Basilica di Maria Ausiliatrice in Torino sono invitati ad offrire la loro preghiera per le necessità della Famiglia Salesiana presente in Siria.

Questa intenzione è espressa da un cero accesso dinanzi al quadro dell’Ausiliatrice in Basilica. Si tratta di una tappa ulteriore del cammino di ringraziamento e preghiera inaugurato dal Rettor Maggiore don Angel Fernandez Artime nel contesto delle celebrazioni per il 150° anniversario della consacrazione della Basilica di Valdocco.”

Uniti insieme, dunque, per indurre chiunque a un serio discernimento su quanto sta avvenendo nei bassifondi della storia. In effetti, i due Paesi dell’Africa subsahariana per cui pregare e digiunare, duramente provati dalle violenze, sono l’emblema di quelle che il pontefice chiama «periferie del mondo».

Ed è proprio la storia di quelle terre insanguinate che TV2000 ha dedicato alcuni servizi, proposti qui di seguito.

Sud Sudan e Congo, nel cuore del Papa e
al centro della Giornata di digiuno e preghiera

Siamo alla vigilia della giornata di digiuno e preghiera per la pace fortemente voluta dal Papa. Nel cuore di Francesco, la situazione drammatica in Congo e in Sud Sudan, oltre a quella della Siria, paese in cui, negli ultimi giorni, la guerra si è di nuovo infiammata. Da tutto il mondo continuano ad arrivare adesioni all’iniziativa rivolta ai fedeli di tutte le religioni, non solo cristiani. Grande l’impegno della chiesa nei processi di pacificazione nei due paesi africani, dilaniati da guerre civili e piegati da massacri e carestie. Servizio di Maurizio Di Schino

PREGHIERA E DIGIUNO PER LA PACE

Nell’Angelus del 4 febbraio 2018 Papa Francesco è tornato a parlare del tragico protrarsi di situazioni di conflitto in diverse parti del mondo, in particolare in Sud Sudan e Congo. Ha così invitato tutti a partecipare ad una speciale Giornata di preghiera e digiuno per la pace che si terrà venerdì 23 febbraio 2018. In questa occasione abbiamo incontrato alcuni membri della comunità cattolica congolese a Roma: Padre Rigobert Kyungu sj, segretario regionale dei Gesuiti per l’Africa e segretario dei Consiglieri ed Assistenti Religiosi Congolesi di diverse congregazioni a Roma; Barthélemy Hemedi Nasibu, Ricercatore e studente in filosofia politica alla Pontificia Università Gregoriana di Roma e Suor Marie-Pierre OTIBA, segretaria francofona della Sacra Famiglia di Bordeaux. Con loro abbiamo ripreso le parole del Papa del 23 novembre 2017 nella Preghiera e digiuno per il Congo e il Sud Sudan.

In vista della Giornata di preghiera e digiuno per la pace nella Repubblica Democratica del Congo e in Sud Sudan, nata dall’invito di Papa Francesco per evidenziare la situazione drammatica che i due paesi stanno vivendo a causa dei conflitti in atto, dedichiamo il nostro incontro di oggi al Sud Sudan. Abbiamo incontrato tre testimoni di missione in Sud Sudan: Sr Paola Moggi, Direttrice del Centro di Comunicazione Combonifem; Sr Lucia Disconsi missionaria comboniana e Padre Richard Iga Alao dell’Arcidiocesi di Khartoum in Sudan. E con loro, abbiamo riascoltato le parole di Papa Francesco nell’Angelus del 4 febbraio 2018 e in Visita del Santo Padre Francesco alla Comunità Anglicana nella Chiesa «All Saints’» di Roma del 26 febbraio 2017.

 

Ecco, ancora, un interessante articolo di Avvenire a cura di Giulio Albanese che spiega il significato di questa Giornata di preghiera e digiuno per la pace.

 

Con la vita degli ultimi. Questa giornata indetta dal Papa

Ciò che conquista gli animi nei discorsi di papa Francesco è il punto di vista: un inedito sguardo extra moenia o “fuori le mura”, che pensa la Chiesa a partire dal mondo, non viceversa. L’odierna giornata di preghiera e digiuno per la pace nella Repubblica Democratica del Congo e nel Sudan Meridionale, alla quale Francesco invita tutti, si inserisce in questo contesto e dovrebbe indurre chiunque a un serio discernimento su quanto sta avvenendo nei bassifondi della storia. In effetti, i due Paesi dell’Africa subsahariana per cui pregare e digiunare, duramente provati dalle violenze, costituiscono l’emblema di quelle che il pontefice, nel suo magistero, chiama «periferie del mondo».

Ed è proprio la storia di quelle terre insanguinate, pur passando dai resoconti della memoria in mani sempre diverse, quante sono le generazioni, che dovrebbe aiutarci a comprendere quanto aberrante sia l’egoismo umano. Essa, infatti, continua a costituire la narrazione permanente, modulata con generi letterari diversi, di modelli di civilizzazione che in fondo hanno sempre generato, oltre alle guerre, esclusione a dismisura.

Il Congo di cui stiamo parlando, ex possedimento personale di re Leopoldo dei Belgi, è un Paese dove le ingiustizie e le sopraffazioni più terribili hanno rappresentato una costante fin dai tempi del colonialismo. E lo stesso ragionamento può essere riferito al Sud Sudan, la più giovane nazione africana, nata a seguito di una consultazione referendaria nel 2011. Ma anche in questo caso, sia prima dell’indipendenza che poi, a dettare le regole del gioco, sono stati i violenti. Pertanto, la licenza di uccidere, calpestando la dignità umana,va condannata e soprattutto scongiurata, promuovendo cammini di pace. Non basta, cioè, invocare la fine delle ostilità perpetrate dai signori della guerra.

Come diceva il compianto arcivescovo di Milano, cardinale Carlo Maria Martini, «la pace ha un costo, la pace si paga. Anche il Vangelo, quando dice “A chi vuole toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello”, fa capire che c’è un prezzo da pagare, che non basta invocare la pace». Bisogna essere disposti a sacrificare anche qualcosa di proprio, per questo grande bene; e non solo a livello personale, ma anche di gruppo, di popoli e nazioni. Andando, soprattutto, al di là di quel perbenismo endemico del nostro tempo, per cui le miserie del mondo sono da addebitare, paradossalmente, alle vittime stesse della miseria, sarebbe opportuno interrogarsi sulle cause, quasi mai mediatizzate, che generano morte e distruzione. Ecco che allora scopriremmo intrighi d’ogni genere legati al diktat dell’interesse, poco importa se di questa o quella oligarchia, di questa o quella multinazionale.

È evidente che una vasta umanità dolente, vittima di soprusi a non finire, patisce innanzitutto e soprattutto le conseguenze di legami interessati, maliziosi e artefatti che dipendono dall’ingordigia di chi guarda solo e unicamente alla massimizzazione dei propri profitti. Bisogna chiedersi, allora, pregando e digiunando – se il nostro presente e il nostro futuro non siano intrappolati nelle strutture di peccato, di cui lo sfruttamento e l’abbandono delle «periferie» sono il segno più evidente.

L’impegno deve essere quello di un decentramento, guardando al mondo dalla parte degli ultimi. Non esserne capaci equivarrebbe al sonnambulismo di una fede disincarnata, oppiacea, relegata nelle sacrestie vetuste che sono l’antitesi della frontiera del Vangelo.

Un percorso di conversione, che la mistica quaresimale propone, nella consapevolezza che «essere morali – con le parole del grande sociologo Zygmunt Bauman – significa sapere che le cose possono essere buone o cattive. Ma non significa sapere, né tanto meno sapere per certo, quali siano buone e quali cattive. […] Essere morali significa non sentirsi mai abbastanza buoni…». Il mistero della predilezione di Gesù per i poveri e la loro centralità nei dinamismi del Regno e della missione suggeriscono a ogni Chiesa, nel Nord come nel Sud del mondo, di condividere la vita dei poveri e questa giornata ce lo ricorda.

(Articolo pubblicato su Avvenire.it)